🔴 Omicidio Carol Maltesi: via (a porte aperte) al processo a Davide Fontana
Questa mattina alle 9.30 si è aperto ufficialmente il processo a carico del 43enne Davide Fontana, l’uomo che l’11 gennaio di quest’anno uccise Carol Maltesi. L’omicidio avvenne a Rescaldina e Fontana, come noto, fece a pezzi il cadavere, poi lo conservò in freezer e infine lo buttò (in alcuni sacchi) a Paline di Borno. Decisiva, per riconoscere il cadavere, fu la segnalazione del direttore di BsNews.it, Andrea Tortelli, che chattò anche con l’assassino prima di presentarsi ai carabinieri.
Il processo si tiene davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio, presieduta dal giudice Giuseppe Fazio (a latere Rossella Ferrazzi e i giudici popolari). Gli avvocati di parte civile sono Ermanno Talamone , Manuela Scalia e Annamaria Rago, mentre il pubblico ministero è Carlo Alberto Lafrianda. Fontana è invece difeso dal bresciano Stefano Paloschi e da Giulia Ruggeri. La richiesta di tenere il processo a porte chiuse è stata respinta.
La difesa di Fontana, secondo quanto annunciato dalla Prealpina, riproporrà l’eccezione di illegittimità costituzionale sull’esclusione del rito abbreviato per i reati puniti con l’ergastolo (questione già rigettata dal gup Piera Bossi settimana scorsa). Inoltre presenterà una perizia psichiatrica in cui per Fontana si parlerebbe di “personalità patologica”.
Secondo quanto riportato dal Corriere e da altri media, nell’udienza preliminare Fontana avrebbe chiesto scusa ai familiari dicendosi “profondamente pentito”. “Non volevo fare del male a Carol – avrebbe aggiunto – Adesso non avrei il coraggio di guardare i suoi genitori in faccia. Non mi capacito di quello che ho fatto. Sono sempre stato una brava persona, educata e gentile e contro ogni forma di violenza. Non avevo mai fatto del male a nessuno e non avrei mai voluto fare del male a Carol e non avrei voluto separarla da suo figlio”. Sul movente, invece, avrebbe sottolineato: “Non ho agito per fini economici, non ero geloso ossessionato da Carol. È sempre stata libera di fare ciò che voleva e di frequentare chi voleva. Semplicemente non volevo essere escluso dalla sua vita. È falso che avrei premeditato il delitto. (…) Mai avrei potuto premeditare ciò che ho fatto, mi dispiace tantissimo”.