✴️ Dolcezza, rigore e niente moralismi: il racconto di un femminicidio “qualsiasi” | di Mario Baldoli *️⃣

"Ammirevole è la delicatezza con cui Tortelli tratta la vita corta di Carol, ricostruita dall’infanzia, andando oltre i nomi appiccicati dal porno"

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Mario Baldoli, elaborazione grafica BsNews

di Mario Baldoli* – I Rolling Stone cantavano: “Ma Angie, Angie, non è un bene essere vivi? / Angie, Angie, non possono dire che non ci abbiamo mai provato”. Sui social si chiamava Carol Angie Deborah Maltesi, e il suo corpo fu trovato a pezzi, chiusi in sacchi il 20 marzo 2023 a Paline di Borno con gli elementi di identificazione scarnificati, tranne qualche lettera dei tatuaggi in posti diversi del corpo. Eppure quel corpo non era decomposto. L’assassino l’aveva tenuto in freezer per mesi. Infatti – fu poi appurato – la morte risaliva all’11 gennaio di quest’anno.

Chi l’aveva uccisa? I carabinieri di fronte ai pezzi di quel corpo chiesero aiuto ai giornali, facendo conoscere quanto si poteva capire da quanto restava, qualcuno poteva darle un nome, forse.

A questo punto entra in scena Andrea Tortelli, il direttore del quotidiano online Bsnews.it. Un’inchiesta serrata, amici e conoscenti della ragazza intervistati, una scrupolosa costante minuziosa verifica delle fonti, infine la scoperta dell’assassino.

Sembra emergere un po’ di letteratura gialla o noir, un soffio di Agatha Christie: il giornalista che arriva là dove i carabinieri hanno scelto di arrendersi. Né noir né giallo, invece un immenso lavoro sulla tragedia di una giovane di 26 anni.

Come Andrea Tortelli sia arrivato all’assassino non lo scrivo, altrimenti perché leggere un libro? Il libro da lui scritto mentre si sta celebrando il processo all’assassino s’intitola Sulla tua pelle. Il caso di Carol Maltesi, Giunti editore.

È un libro che si legge d’un fiato, che interseca storie avvolgenti: prima di tutto quella della protagonista che ha un figlio da un giovane che l’ama e che lei ama. Sono curiosi e avventurosi, girano il mondo fino al Cile, all’isola di Pasqua.

Il padre di Carol si è separato dalla moglie e vive in Olanda, lei passa l’adolescenza con sua madre, i soldi non mancano, finchè la madre è abbattuta da una malattia. Quel giovane, poi un altro, un lavoro vicino a Malpensa, ma la ditta chiude, i soldi ora mancano.

Testimonia un’amica: era sensibile, timida, non fumava, preferiva i musei alle discoteche, ma senza lavoro era senza soldi.  

Carol scrive su Facebook nel 2019: Quello che voglio per il mio prossimo compleanno e Natale è solo essere felice. Ho capito che per raggiungere il mio concetto di felicità, ciò che conta è condividere esperienze e momenti fantastici con le persone giuste. L’amore, qualsiasi tipo di amore, può combattere la solitudine come nulla di materiale potrebbe mai fare. Appunto, la solitudine. Chi l’ha sofferta a vent’anni sa di che bestia si tratta. I social non sostituiscono l’affetto e l’amore, li fanno nascere e morire, procurano incontri, ma resta difficile superare per sempre il loro sapore virtuale. Infine Carol decide di sfruttarli questi social, di guadagnare per stare vicina al figlio, per rompere l’orrore della solitudine, forse per dar via libera a una componente narcisistica. La presenza di sé sullo schermo diventa via via più erotica, entra a far parte di un sito porno, è attrice in film del genere, aggiunge al suo i nomi di Angie e Deborah, ma non sarà il porno ad ucciderla. Su quello sciacallano facile i commenti volgari.

Altre storie si accavallano nel libro: quella personale di Tortelli e della moglie neuropsichiatra che lavora in ospedale e il loro figlio di due anni. Ma oggi è l’età di internet, computer e cellulare sempre accesi. Il lavoro si mescola senza ritegno alla vita privata, gli spazi si estendono mentre il tempo non è quello di Proust, resta una variabile indipendente. Tutto corre, ma lui e la moglie riescono a seguire il bambino a turno, una vita familiare che fa sorridere, faticosa e unita nel cambiare pannolini, giocare, raccontare una fiaba per addormentarlo. La loro vita è un inserto cordiale che si insinua nella tragedia e la rende ancor più avvincente.

C’è poi il lavoro del giornalista, oggi senza la gloria che lo circondava in passato, un lavoro senza orario che sfrutta al limite capacità, tempo, voglia di capire e di fare, almeno per chi ha radici etiche e professionali che rifiutano la superficialità delle cinque regole del giornalismo americano: cosa, chi, perché, dove, quando.

Occorre sentire la notizia, evitare errori e inganni, una scrupolosa raccolta di dati, completezza, intuizione, indipendenza di giudizio, e tanto altro, mentre il tempo, a differenza di quanto si pensa, non sta nello scrivere, ma nell’approfondire.

In molti casi, come in questo, l’emozione si mescola a una furiosa voglia di sapere, la carica nervosa, in gergo adrenalina, spinge oltre la stanchezza, ruba il tempo alla notte.

Tortelli ha dimostrato che il giornalismo online non è un gradino sotto quell’altro, come se la carta rendesse più autorevole il messaggio. Forse non si sa che ormai anche le riviste scientifiche viaggiano online, che nemmeno la biblioteca di Borges potrebbe contenere la quantità di materiale che oggi si produce.

Ammirevole è la delicatezza con cui Tortelli tratta la vita corta di Carol, ricostruita dall’infanzia, andando oltre i nomi appiccicati dal porno. Legge la zona grigia di migliaia di follower che tacciono alla sua scomparsa, cui seguono migliaia di clic di chi cerca quel sito quando sa che è morta.

Il lavoro di Tortelli ha mosso giornali tedeschi, inglesi, americani, tutti ad intervistarlo, perché finalmente non avevamo un eroe di carta come Poirot, ma un giornalista che risolve un delitto, batte i carabinieri e la leggendaria “scientifica”.

Un libro che racconta con dolcezza e con rigore, senza moralismi, un femminicidio. Ed è anche qualcosa che lascia l’impressione della gente che passa anonima per la strada, in fretta, “sguardi persi e sfuggenti”. Carol gli è diventata amica, ci rende consapevoli che “quasi mai diciamo alle persone a cui teniamo tutto quello che vorremmo”. Così fu per Carol, una donna fra tante. “la vita preme in silenzio, urge, talvolta dà schiaffi, non sempre concede il tempo di attendere il momento giusto per sorridere a una sconosciuta o dare un abbraccio a chi si ama”.

* Laureato in filosofia, giornalista, direttore responsabile di “Tuttogarda” (2004-2005), periodico della Comunità del Garda. Dal 2009 è direttore della rivista online www.gruppo2009.it, e redattore della rivista “Atlante bresciano”. Due suoi saggi sono alla Library of Congress Washington.

** BsNews ospita opinioni di intellettuali, politici, imprenditori bresciani nell’ottica di alimentare il dibattito pubblico con pareri autorevoli: le opinioni espresse in questa rubrica non rappresentano la linea editoriale del sito, ma quella dei rispettivi autori.


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