Vino… Love, hate, love | 🍷🥂 BARBERA & CHAMPAGNE/36

Mi piace... Non mi piace...

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Elaborazione grafica Stefano Bergomi

di Stefano Bergomi* ([email protected]) – A me piace il vino.

Mi piace che parlare di vino sia parlare di geografia, storia, cultura e magari anche di politica.

Non mi piace che il vino sia pura mondanità e ruffianeria.

Mi piacciono i tramonti sui vigneti e gli scorci di paesaggi incantati che ho visto grazie al vino.

Non mi piacciono gli alberi estirpati e le colline sbancate per far posto al nuovo vigneto.

Mi piace chi ti spiega la sua idea di vino lasciando che sia direttamente lui, nel bicchiere, a esprimerla.

Non mi piace chi promette roboanti “luxury wine experience” o “tour guidati con degustazione”, salvo poi rifilarti una spiegazione di 20 minuti recitata a memoria con tono metallico standard (c. Offlaga Disco Pax).

Mi piace la convivialità che regala una buona bottiglia di vino a cena con gli amici.

Non mi piace chi degusta solo per dare un punteggio, fare la classifica, chi sceglie solo i vini premiati.

Mi piacciono i vini lunghi, introversi, che devi aspettare.

Non mi piacciono i vini standardizzati, sempre uguali a sé stessi, uggiosi.

Mi piace il vitigno autoctono, solo acciaio, l’effervescenza sulla lingua.

Non mi piacciono la sovrastruttura del legno e i profumi terziari dominanti.

Mi piace chi si prende dei rischi, chi sperimenta e ti sorprende.

Non mi piace chi va sempre sul sicuro, non prova, non impara dai suoi errori e non si migliora, chi non si diverte.

Mi piace chi beve vino e si commuove alle feste popolari (c. Giorgio Gaber).

Non mi piace chi degusta e sputa per paura di ubriacarsi.

Mi piace il soave classico Staforte di Graziano Prà, il vermentino di Gallura di Giogantinu, il verdicchio di Jesi di Bucci.

Mi piacciono i vini rossi che si possono bere bene anche con questo caldo, come il pinot nero di Bruno Gottardi o il boca di Le Piane.

Mi piace che una vecchia canzone degli Alice in Chains possa essere usata come pretesto per fare da titolo a questo articolo.

Non mi piace che Layne Staley non ci sia più, e non possa più regalare emozioni con la voce e la sua poetica struggente.

* Sommelier per passione

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