⚠️ Paura nucleare, avviso della Regione: no all’uso fai-da-te delle pillole allo iodio

"Non è giustificata la corsa a procurarsi compresse di ioduro di potassio, che sono un farmaco da utilizzarsi esclusivamente sulla base di un’indicazione medica. Nell’eventualità di un pre-allarme, la popolazione riceverebbe in ogni caso informazioni tempestive e indicazioni sul comportamento da adottare"

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Foto generica da Pixabay

Un avviso sanitario è stato rilanciato nelle scorse ore dalla Regione Lombardia. A causa delle crescenti preoccupazioni legate alla possibile degenerazione nucleare della guerra in Ucraina (qui un articolo sui possibili effetti dell’atomica nel Bresciano, qui un secondo sul boom di richieste di bunker), infatti, anche in Italia è in aumento la richiesta di “pillole allo iodio” per contrastare gli effetti negativi sulla salute dell’eventuale esposizione a radiazioni.

La Regione evidenzia che l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ” precisa che attualmente in Italia è raccomandato il solo utilizzo del sale iodato per la preparazione e la conservazione degli alimenti. L’utilizzo di sale iodato, nei limiti previsti, garantisce infatti il normale funzionamento della tiroide e, saturando la ghiandola di iodio stabile, contribuisce anche a proteggerla da una eventuale esposizione a radiazioni. È invece fortemente sconsigliato – aggiunge la nota – il ricorso fai-da-te a preparati contenenti elevate quantità di iodio, che potrebbero determinare conseguenze negative per l’organismo, compreso il blocco funzionale della tiroide, con comparsa di forme anche gravi di distiroidismo (ipotiroidismo o ipertiroidismo)”.

“Non è pertanto giustificata – sottolinea il Pirellone – la corsa a procurarsi compresse di ioduro di potassio, che sono un farmaco da utilizzarsi esclusivamente sulla base di un’indicazione medica. Nell’eventualità di un pre-allarme, la popolazione riceverebbe in ogni caso informazioni tempestive e indicazioni sul comportamento da adottare”.

La Lombardia, ancora, ricorda che è attivo da anni un un sistema di monitoraggio della radioattività in aria all’avanguardia gestito da Arpa Lombardia (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente) e che “la situazione è quotidianamente monitorata”. Inoltre evidenzia che in regione sono sei – tra cui il Civile di Brescia – gli ospedali di riferimento “in cui sono presenti le competenze, le infrastrutture e le professionalità per gestire anche eventuali soggetti provenienti da zone limitrofe ad un eventuale incidente comportante fuoriuscita di materiale radioattivo”, precisando che “l’eventualità di una fuoriuscita di materiale radioattivo da una centrale nucleare in Ucraina non sarebbe comunque tale da far prevedere conseguenze sanitarie apprezzabili sul territorio italiano e lombardo in particolare”.


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Ultimo aggiornamento il 11 Aprile 2024 18:55

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