Pesca sul lago di Garda, Rolfi chiede regole comuni a Trento e Veneto

L'assessore regionale, in particolare, chiede ai trentini di estendere alle acque di competenza il divieto assoluto di pescafino al 2020

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Un esemplare di carpione, foto generica
Un esemplare di carpione, foto generica

“Non è possibile che ci siano regole diverse nello stesso lago. Ho scritto agli assessori di Regione Veneto e della Provincia Autonoma di Trento in relazione alla notizia della cattura nelle acque settentrionali del Benaco di un carpione”.  Lo ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e sistemi verdi.

“Questa specie, presente solo nel Benaco – ha rimarcato Rolfi – è a forte rischio estinzione. Quella catturata e non rilasciata è una femmina di 5 chili, con l’addome gonfio, pronta per la frega e il rilascio di almeno 10.000 uova di ottima qualità genetica, viste le dimensioni della riproduttrice. Un danno importante agli stock residuali – ha detto ancora l’assessore Rolfi – ma soprattutto per la potenziale riproduttrice che avrebbe potuto contribuire significativamente alla salvezza di questa specie e forse, un domani, anche alla sua valorizzazione commerciale”.

“Riprendo la necessità e l’urgenza di una gestione condivisa e unitaria della pesca nel Garda sia sportiva che professionale – ha chiosato l’esponente della giunta regionale lombarda – attraverso una consulta unica interregionale del Garda sul modello di quanto abbiamo realizzato per il Po. Per evitare ulteriori pescate di carpione nelle acque dei comuni di Riva del Garda e Torbole-Nago e per non vanificare i ripetuti rilasci eseguiti da Regione Lombardia – ha concluso Rolfi – ho chiesto alla Provincia di Trento di estendere alle acque di competenza il divieto assoluto di pesca cogente dal 2015 e fino al 2020 nelle acque veronesi e bresciane”.

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