L’Assessore Bontempi intervistato da Virus: la crisi è più devastante di una guerra

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L’Assessore provinciale bresciano e commercialista valsabbino Giorgio Bontempi è stato intervistato durante un servizio trasmesso dal format “Virus” di Rai 2 e andato in onda venerdì 25 gennaio scorso: riflettori puntati su uno degli effetti della crisi economica attuale, ovvero la chiusura di molteplici capannoni industriali. In particolare, Bontempi ha spiegato la situazione della provincia bresciana: solamente in quest’area risultano chiusi oltre 800 capannoni. I numeri che ha presentato il commercialista parlano da soli: i fallimenti nella provincia sono passati da 344 del 2012 a 385 nel 2013, e nel 2014 sono state contate due chiusure al giorno.

 

A supporto di questi dati l’intervista a Giordano Bossini, imprenditore valsabbino che a Odolo (Brescia) possiede una produzione di rubinetterie, una volta florida azienda, ora definita “solo un grande problema”. La sua storia accomuna quella di tanti altri imprenditori: l’IMU e le altre tasse, lo Stato che invece di aiutare ostacola, le banche con cui è impossibile trattare, gli utili che non esistono più, il taglio di quasi la metà dei dipendenti, le macchine ferme. Ma non solo: Bossini parla anche della crisi delle famiglie, costrette a mettere in discussione anche la certezza della propria casa, e ricorda le persone che, non sopportando di vedere distrutti in poco tempo i sacrifici di una vita e non resistendo alla grande delusione, si sono tolte la vita.

“Non so da quali dati il Ministro Saccomanni riesca a ricavare prove per dire che il 2014 sarà l’anno della svolta: forse sarebbe meglio girare nel territorio e vedere la situazione dei nostri paesi, per rendersi conto di come stanno vivendo la quotidianità i nostri artigiani e i piccoli imprenditori”: così afferma Bontempi alla domanda sulla propria opinione riguardo la certezza del Ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni circa la ripresa nell’anno in corso.

Cancelli chiusi, terreni incolti, cartelli di vendita e di cessata attività: questo stato di abbandono accomuna molte aziende, ormai ex-aziende, che, schiacciate da una burocrazia infinita e costosa (334 ore annue di adempimenti burocratici), costrette a tagliare i propri dipendenti e impossibilitate a trattare con le banche, si sono trasformate in scheletri simbolo della crisi attuale.

Il servizio ha portato all’attenzione degli spettatori e degli ospiti in studio i dati delle statistiche emersi dagli studi di settore: i capannoni in vendita sono 16.072 (in Lombardia sono aumentati del 16,9%, in Emilia-Romagna del 15,6%, mentre in Veneto del 15,2 %), la produzione è calata del 24,7 % rispetto al 2008, così come gli investimenti, scesi del 26,2 %, i posti di lavoro dipendente sono diminuiti del 3,3 %, mentre i posti di lavoro indipendente sono diminuiti del 6,7 %. Ad aumentare solo la spesa pubblica (pari a 820 miliardi all’anno), la pressione fiscale sulle aziende (+ 65,8%), i fallimenti, cresciuti del 54%, il potere d’acquisto delle famiglie (- 3.400 €) e la ricchezza pro capite ( – 11,3 %), oltre ai suicidi per motivi economici.

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