Se i comuni lo vorranno, la provincia di Brescia diventerà “città metropolitana”

Con l’emendamento che consente alle province con più di un milione di abitanti di entrare a far parte del club dei “super capoluoghi” Brescia sembra destinata di diritto al titolo di “città metropolitana”. Come si legge sulle pagine del Corsera di Brescia, il percorso di metamorfosi però è solo all’inizio e per potersi realizzare sarà necessario attivare un lungo iter. Innanzitutto sarà necessaria l’iniziativa del capoluogo, il quale dovrà mettere insieme un numero di comuni che garantisca almeno mezzo milione di abitanti. Se questo non dovesse avvenire la Provincia di Brescia resterà un semplice ente di area vasta, una provincia di secondo livello. Se Palazzo Loggia avvierà questo progetto allora Brescia potrà avere la sua città metropolitana. Alla guida ci sarà il sindaco metropolitano, ovvero  il primo cittadino del capoluogo che potrà nominare un vicesindaco e affidare deleghe a qualche consigliere. Il consiglio metropolitano sarà composto da 18 membri, scelti tra gli amministratori locali, eletti da sindaci e consiglieri.  Se e quando nascerà la città metropolitana i comuni non interessati potranno non aderire. Se questi supereranno almeno un terzo delle amministrazioni bresciane (cioè 69 contrari su 206) i comuni contrari potranno dar vita alla provincia, intesa come ente di secondo livello. Se ciò si verificasse, allora ci troveremmo di fronte ad un doppio assetto: la città metropolitana e l’ente di area vasta. Soluzione che ad oggi, anche con riferimento alle dichiarazione del deputato leghista Davide Caparini sulla possibilità di creare la "provincia delle Valli bresciane" appare la più accreditata.