Settemila litri di liquidi velenosi abbandonati da due anni all’interno di un’azienda di marmo fallita. Dopo mesi di indagini, la scoperta è stata fatta ad agosto (leggi la notizia), i carabinieri del Noe sono finalmente riusciti a venire a capo della provenienza dei fusti. Sarà più difficile però stabilire le responsabilità per il disastro ambientale in corso, visto che l’azienda galvanica dalla quale si è scoperto provengono i liquidi tossici è fallita da tempo, e l’immobile dove sono stati illecitamente depositati è passato di mano in mano attraverso numerose società immobiliari.
Non sarà semplice riuscire a individuare chiaramente i responsabili della discarica, seppur i carabinieri abbiano capito da dove derivano i liquidi, acido cianidrico e acido cloridrico ed altre sostanze derivanti da residui di lavaggi industriali (non radioattivi, leggi la notizia). Provengono da una azienda che effettuava lavorazioni galvaniche, situata al confine tra l’hinterland cittadino e la bassa bresciana. Nell’attesa che le indagini proseguano, il Comune di Rezzato, come riportato stamane sulle colonne di Bresciaoggi, ha provveduto ad individuare una azienda torinese che a partire da gennaio si occuperà della bonifica del sito. Seppur giuridicamente la bonifica non spetti al comune ma ai responsabili, gli amministratori hanno ritenuto opportuno mettere in sicurezza la zona a proprie spese.
(a.c.)