Riva in Valcamonica, 15 giorni di tempo per salvare il lavoro di 434 dipendenti

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Quindici giorni di tempo per riaccendere gli impianti ed evadere i cinquanta milioni di euro di commesse bloccati da ieri dal Gruppo Riva dopo la decisione della Procura di sequestrare i beni del colosso dell’acciaio. Il paracadute della cassa integrazione paventato da qualcuno non piace a nessuno, come ha ricordato la segretaria della Fim-Cisl Laura Valgiovio “nei nostri stabilimenti il lavoro c’è e non abbiamo bisogno dell’elemosina dello Stato”.

Parole chiare, che seguono quelle altrettanto dure espresse all’indomani della chiusura di tutti gli stabilimenti del Gruppo Riva dalla politica che, in linea di massima, ha commentato la decisione definendola “disastrosa, inaccettabile e illogica”. Solo nel bresciano, dove il Gruppo è titolare di tre stabilimenti, a Malegno, Cerveno e Sellero, gli operai rimasti a casa sono 434, e altri 1.500 sono i dipendenti dell’indotto che rischiano il posto di lavoro.
Il ministro dello sviluppo Flavio Zanonato ha assicurato però il massimo impegno del Governo sulla vicenda, schierandosi con i lavoratori e assicurando che la questione verrà studiata a fondo.

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