Sciopero Cgil, Torri (Cisl Brescia): “Per ripartire non serve scioperare”

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Enzo Torri, Segretario generale Cisl Brescia, fa sapere attraverso un comunicato del suo disaccordo con la posizione delle Cgil di indire un ennesimo sciopero nazionale. " La situazione del mondo del lavoro è molto pesante, in alcune realtà è addirittura drammatica. Lo sciopero cambierà questa situazione? Aiuterà a risolvere i problemi? Farà ripartire gli investimenti?", si domanda il segretario Cisl.

 

DI SEGUITO IL COMUNICATO INTEGRALE

A pochi giorni dal Primo Maggio (festa unitaria?) e mentre a livello nazionale Cgil, Cisl, Uil dialogano per cercare intese comuni sul tema della democrazia nei luoghi di lavoro, Brescia sarà teatro dell’ennesimo sciopero separato a firma Cgil. Perché? Perché i surfisti del malumore non abitano purtroppo solo la politica. Contro chi? Contro tutto e contro tutti, in una rincorsa quotidiana ad aggiungere motivazioni, ultime in ordine di tempo quelle ambientali. Lsituazione del mondo del lavoro è molto pesante, in alcune realtà è addirittura drammatica. Lo sciopero cambierà questa situazione? Aiuterà a risolvere i problemi? Farà ripartire gli investimenti? Riporterà a Brescia qualcuno dei 35mila posti di lavoro creati all’estero dalle imprese bresciane tra il 2008 e il 2012 a fronte dei 27mila persi in casa nello stesso periodo?Purtroppo no. Eppure quello che viene raccontato sembra essere uno sciopero preventivo contro il Governo che verrà, un modo abbastanza singolare per auspicare scelte strategiche di politica industriale! Sembra anche uno sciopero contro la Regione Lombardia, anche se il primo atto della nuova Giunta è stata una riunione con le organizzazioni sindacali sul tema del lavoro per la quale non solo la Cisl Lombardia ma anche la Cgil regionale ha espresso un giudizio positivo. Sembra poi uno sciopero contro gli imprenditori del nostro territorio (che certo si sentiranno così galvanizzati nel rinnovo delle cariche che li vede impegnati) e forse anche contro la Cisl e le altre organizzazioni sindacali che firmano accordi per salvare il lavoro che c’è, per far crescere solidarietà tra i lavoratori. I promotori dello sciopero dicono che gli accordi senza la loro firma non valgono: peccato (per loro, ovviamente) che tutti gli accordi sottoscritti dalla Cisl sono stati sempre condivisi dalla maggioranza dei lavoratori.

Lo sciopero è una cosa seria, deve portare risultati ai lavoratori. Fino ad oggi dal rosario di scioperi separati che la Cgil ha messo in campo a Brescia non è venuta una, una sola risposta concreta ai problemi del mondo del lavoro. La Cisl ha manifestato più volte in questi anni di crisi per l’occupazione la copertura degli ammortizzatori sociali, per la riforma del fisco, contro i costi della politica e i tagli della spesa pubblica: lo ha fatto attraverso forme e modalità di protesta senza portare divisioni nei luoghi di lavoro. Ma soprattutto ha cercato di svolgere il proprio ruolo fino in fondo, dando seguito alle iniziative svolte con i conseguenti confronti con le controparti, datoriali e istituzionali, sottoscrivendo accordi che danno soluzione ai problemi di reddito e welfare dei lavoratori colpiti dalla crisi, sia a livello nazionale che territoriale; e poi allargando la cassa integrazione in deroga e i contratti di solidarietà che, è utile ricordarlo, la Cisl si è inventata come occasione di redistribuzione del lavoro esistente, mentre la Cgil non voleva né l’uno né l’altro.

Noi pensiamo che in questa crisi vada messa in campo un’idea di cooperazione per il lavoro che al sindacato chiede di fare il sindacato, alle imprese una svolta partecipativa, alla politica un sussulto di dignità e alle istituzioni uno sforzo creativo. Brescia ha tradizione, capacità, risorse economiche, intellettuali e professionali per cambiare il corso della crisi. Sarebbe importante che il sindacato avesse percorsi condivisi. Ma questo potrà succedere quando la Cgil smetterà di pensare di essere depositaria della verità sindacale. Dobbiamo aprire anche a Brescia confronti costruttivi per cogliere tutte le occasioni possibili che favoriscano lavoro dignitoso e prospettive di sviluppo.

La Cgil rinunci al suo sciopero. Sarà così possibile affidare insieme alle manifestazioni del Primo Maggio il compito di riaffermare obbiettivi comuni: salvare lavoro e occupazione, garantire il massimo delle tutele nelle situazioni di difficoltà, creare condizioni perché attraverso il lavoro i giovani possano costruirsi il loro futuro, riconoscere il ruolo dei pensionati nel sostegno alle famiglie con un nuovo welfare a tutela della condizione anziana.

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