Aree inquinate da Pcb, la Regione: a Brescia non sono aumentati i casi di tumore

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Non risulta alcun aumento nell’incidenza dei tumori e della mortalità per tali patologie in provincia di Brescia. Lo dicono i dati forniti oggi in Commissione Sanità dall’assessore regionale Luciano Bresciani, rispondendo a un’interrogazione del consigliere Francesco Patitucci (Idv) che, sulla base del rapporto Sentieri, realizzato dall’Istituto Superiore della Sanità e dalla Sapienza di Roma, aveva concluso che “i casi tumorali aumentano per coloro che risiedono in aree inquinate ad esempio da Pcb come è il caso della zona Caffaro nel Comune di Brescia”.

I rilevamenti effettuati dalla ASL di Brescia nel periodo 2004-2006 non evidenziano discrepanze significative tra i dati del Nord Italia e quelli della zona in oggetto, registrando anzi una diminuzione della mortalità tra i maschi e una sostanziale stabilità tra le donne. Per quanto riguarda i tumori infantili nel periodo 2005-2011, la ASL di Brescia ha registrato un tasso di incidenza al di sotto della media nazionale (182 casi per milione/anno, contro i 200 casi per milione/anno a livello nazionale). “Le discrepanze tra i dati in nostro possesso e quelli rilevati dal rapporto Sentieri sono attribuibili a sfasature temporali nelle rilevazioni; lo studio Senteri si basava infatti su dati di mortalità del periodo 1994-2002”, ha precisato Bresciani. Nessuna differenza significativa veniva, inoltre, registrata nel tasso di incidenza tra residenti di Brescia (167 per milione/anno) e residenti fuori città (184 per milion/anno). “I dati dell’Asl – ha concluso Bresciani – non evidenziano particolari criticità nel territorio per la popolazione infantile”.  

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1 COMMENT

  1. Pensate a quello che respiriamo e non al PCB che è sempre esistito nell’area Caffaro senza uccidere nessuno. Mi preoccupa di più la polvere che si deposita su davanzali e balconi nelle vicinanze della tangenziale sud….

  2. Quindi l’incidenza elevata di neoplasie rilevata nel periodo 1994-2002 dal rappprto SENTIERI (autorevolissima analisi epidemiologica nazionale) viene smentita dall’ASL di Brescia che esegue la stessa rilevazione ma nel periodo 2004-2006. Cioè, mi verrebbe da dire che i dati allarmanti si sono stabilizzati nella drammaticità dei numeri rilevati. Ma forse ho capito male (spero…)

  3. Questa dichiarazione ripugnante è un insulto all’intelligenza. Lo smentiscono i dati della stessa Asl di Brescia su Caffaro e San Polo, oltre che all’Istituto Superiore di Sanità. Ah già, dimenticavo che l’ECCELLENTE Lombardia non accetta lezioni da nessuno…tantomeno da Roma

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