Nuovo passo indietro della produzione industriale, nel primo trimestre meno 1.2%

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Ancora un passo indietro per la produzione industriale bresciana che inizia il nuovo anno con una caduta congiunturale dell’1,2%. Più intensa è stata la battuta d’arresto della produzione manifatturiera rispetto allo stesso trimestre del 2011 che ha registrato un rallentamento del 4,9%. Il risultato tendenziale bresciano è stato, altresì, più marcato di quello regionale che è rallentato del 2,8%

E’ quanto emerge dall’analisi congiunturale del 1° trimestre 2012 della Camera di Commercio di Brescia. L’arretramento della produzione è stato inversamente proporzionale alla dimensione d’impresa, più intenso per le grandi che hanno registrato una contrazione annua dell’11,1%, seguite dalle medie con una riduzione del 4,5%; e dalle piccole una diminuzione, rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, del 2,1%.

Dal punto di vista settoriale la dinamica negativa ha interessato quasi tutti i settori con punte tendenziali dei mezzi di trasporto (-13,2%), della gomma –plastica (-9,4%), del tessile (-7,8%), dell’abbigliamento (-74%) e della siderurgia (-5,0%). In crescita, rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, la chimica (+5,5%).

Il rallentamento della dinamica della produzione è confermata anche dalla ulteriore riduzione del tasso di utilizzo degli impianti che si colloca al 64,3% (contro il 70,1% del trimestre precedente).

Si conferma più difficile il momento per le imprese dell’artigianato manifatturiero che registrano un calo della produzione sul trimestre del 2,5% e un rallentamento su base annua più marcato pari a -7,7%, peraltro più inteso del dato tendenziale regionale (-6,4%).

La contrazione della produzione ha interessato tutti i comparti artigiani, in testa il legno mobilio (-24,5%), le pelli-calzature che dichiarano un decremento su base annua dell’21,0%, seguono la siderurgia (-17,0%) e i minerali non metalliferi (-15,7%).

 

LA TABELLA – Dati I trim. 2012

Nati-mortalità delle imprese: -0,2% nel trimestre; +0,4% tendenziale

Imprese: registrate 121.983 – attive 111.167

 

Fallimenti: var. 1° trim. 11/1° trim. 12

totale: -12,9%

individui: -60,0%

società: -6,7%

 

Protesti (valore):  var. 1° trim. 11/1° trim. 12:

cambiali +48,9%, assegni -26,8%

 

 

FATTURATO

 

Il fatturato nel primo trimestre dell’anno si presenta in perfetta sincronia con la produzione registrando un rallentamento congiunturale dell’1,0% per effetto della contrazione della fonte interna (-1,6%) e della stabilità della componente estera (+0,2%).

Così come per la produzione anche per il fatturato il confronto con lo stesso trimestre dello scorso anno riporta un risultato più marcato con una contrazione del 4,6% determinato, ancora una volta, dalla diminuzione del fatturato interno (-7,1%).

Il risultato si riverbera anche nella quota del fatturato estero sul totale che si attesta intorno al 32% contro il 36,7% del trimestre precedente.

Nel comparto artigianato il fatturato risulta in calo rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno del 6,6%, attenuato dall’aumento del fatturato estero (+4,9%).

 

ORDINATIVI

 

Nuova flessione anche per gli ordini che chiudono il primo trimestre dell’anno con una dinamica negativa.

Gli ordini totali diminuiscono del 2,1% per effetto della riduzione nel trimestre degli ordini interni (-2,9%) e in misura minore degli ordini esteri (-0,3%).

Su base annua i risultati sono più evidenti, gli ordinativi totali decrescono di 8,3 punti percentuali frenati dal sensibile calo degli ordini interni (-11,6%) e dagli ordini esteri (-1,2%).

 

OCCUPAZIONE

 

Positiva ma prossima allo zero la variazione congiunturale dell’occupazione (+0,1%) accompagnata da un leggero aumento tendenziale dello 0,5%.

 Le dinamiche dell’occupazione del resto, come molte teorie economiche spiegano, non riflettono immediatamente i movimenti della produzione, ma si adeguano con un certo ritardo temporale.

Nel comparto dell’artigianato manifatturiero i livelli di occupazione restano su territorio negativo, la variazione congiunturale degli addetti nel trimestre è stata pari a -0,9%.

 

PROSPETTIVE

 

Anche per il prossimo trimestre le aspettative degli imprenditori sono orientate alla stazionarietà della produzione, mentre prevalgono i pessimisti per domanda interna e occupazione. Qualche spiraglio si intravede per la domanda estera dove prevalgono leggermente le attese positive.

Per gli imprenditori artigiani prevale un generale atteggiamento pessimistico per il prossimo trimestre per produzione, domanda interna e occupazione, mentre per la domanda estera domina un orientamento alla stabilità.

 

COMMERCIO E SERVIZI

 

Nuova flessione su base annua del volume d’affari del commercio (-2,8%).

Il calo ha interessato in misura maggiore le piccole imprese che presentano una diminuzione tendenziale delle vendite del 4,6% seguite dalle grandi (-2,5%) e a distanza dalle medie (-0,5%).

La ripartizione per settore di attività rivela un quadro di difficoltà sia per l’alimentare (-4,5%) che per il non alimentare (-3,7%), mentre sono più contenute le perdite del settore non specializzato (-1,4%).

Dal lato degli ordini ai fornitori oltre la metà delle imprese intervistate ha dichiarato un calo annuo, a ciò si aggiunge che il 67% ritiene adeguati i livelli delle scorte.

In diminuzione, rispetto al trimestre precedente, il livello dei prezzi dei prodotti venduti (-0,9%).

Per quanto riguarda le attese per il trimestre successivo, il clima risulta tendenzialmente pessimistico, in particolare per gli ordini ai fornitori e per il volume d’affari.

 

Nei primi tre mesi dell’anno i servizi registrano una nuova e intensa flessione del volume d’affari (su base annua pari a -7,2%).

Soffrono in particolare le micro e piccole imprese che vedono ridurre il volume d’affari su base annua rispettivamente dell’11% e del 5,7%. In difficoltà le imprese degli altri servizi, dei trasporti e delle costruzioni che riducono sensibilmente il volume d’affari.

Il sentimento di pessimismo per il prossimo trimestre prevale anche per gli imprenditori dei servizi che si attendono diminuzioni del volume d’affari. Sul fronte dell’occupazione si conferma la tendenza alla stabilità per oltre l’85% degli intervistati.

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