Adamello Ski Raid, 43 chilometri tra i ghiacci dell’alta Valcamonica

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    E in corso da questa mattina, alle 6, l’Adamello Ski Raid, gara internazionale di scialpinismo a squadre, seconda tappa della “Grande Course”, prestigioso campionato internazionale che unisce le cinque competizioni classiche dello skialp mondiale. Seicento gli iscritti e ogni squadra è formata da due atleti. Il tracciato di gara, con un dislivello complessivo in salita di 3400 metri ed una lunghezza di quasi 43 km, si snoda in buona parte sugli scenari glaciali dell’Adamello, ad oltre 3000 metri di quota. I partecipanti dovranno superare creste e ripidi canali attrezzati con corde fisse, toccando tre dei principali rifugi del gruppo: “Città di Trento” al Mandrone, ”Ai Caduti dell’Adamello” al Passo della Lobbia Alta e “Garibaldi” nell’Alta Val d’Avio.

    La V Delegazione Bresciana del Soccorso Alpino ha messo in campo oltre un centinaio di uomini, dislocati lungoil tracciato, che si snoda nei luoghi simbolo della Guerra Bianca in Adamello. Tecnici, Unità cinofile, medici e infermieri, forti di competenze specifiche maturate attraverso una formazione rigorosa e l’esperienza sul campo, pronti a intervenire immediatamente per risolvere qualunque tipo di situazione.

    “Il Soccorso Alpino da sempre è molto attento all’aspetto della sicurezza e da anni lavora a supporto di manifestazioni che hanno una certa rilevanza sportiva – spiega Valerio Zani, vicepresidente del Corpo nazionale di Soccorso alpino e Speleologico e responsabile di Zona – e la nostra presenza anticipa ogni eventuale criticità si possa presentare durante la gara. Le esperienze di questo tipo sono sempre state decisamente positive e anche nei casi più difficili, quelli che hanno richiesto l’impiego delle squadre di soccorso, gli interventi sono sempre avvenuti in tempi rapidissimi proprio perché avevamo già dislocato lungo l’itinerario di gara un elevato numero di persone e di risorse”.

    Di solito sono gli organizzatori delle diverse manifestazioni a contattare il Cnsas per avere lungo percorso operatori qualificati, secondo numeri e modalità definiti dal Soccorso Alpino per assicurare la massima tempestività dell’intervento, in caso di necessità. “Non intendiamo affatto sostituirci a chi organizza o assumerci oneri e responsabilità che non ci competono: il nostro compito è portare direttamente sul posto tutte quelle risorse che altrimenti stazionerebbero nei centri operativi situati nel fondovalle – prosegue Valerio Zani – con tempi di intervento decisamente più lunghi”.

    Nell’Adamello Ski Raid il Soccorso Alpino avrà un ruolo significativo: “La manifestazione si svolge in un contesto ambientale molto particolare e allo stesso tempo di non facile gestione, viste la quota e anche la particolarità dell’itinerario – aggiunge Zani – e saremo presenti con decine e decine di tecnici, divisi, secondo il percorso e le particolarità, in macro e micro settori, in modo che all’interno di ognuno di essi ci siano uomini, mezzi e risorse sufficienti per risolvere qualunque evenienza, soprattutto qualora, ad esempio, l’elisoccorso non possa intervenire o sia già impegnato in altri interventi. In questo caso, la nostra squadra territoriale sarà immediatamente pronta a risolvere il problema”.  

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