Attese che la figlia uscisse di casa per andare a scuola. Poi entrò in camera da letto armato di coltello e colpì più volte la moglie che riposava. Uscì di casa in automobile, diretto a Edolo. Durante il tragitto probabilmente si sbarazzò del coltello, che non è mai stato ritrovato così come gli abiti indossati al momento dell’aggressione. Tornò a casa, assunse una massiccia dose di psicofarmaci, scese in strada a chiamare aiuto perché la moglie si sentiva male e si accasciò a terra, tramortito dall’effetto dei medicinali.
Questa in poche parole la vicenda per la quale Stefano Brangi, 51enne di Santicolo, frazione di Corteno Golgi in Valle Camonica, l’ultimo comune prima dell’Aprica e della provincia di Sondrio, è stato condannato ieri dal tribunale di Brescia a 20 anni di carcere. Questa è la vicenda, ma le radici della storia affondano negli anni precedenti al 27 febbraio 2010, giorno dell’accoltellamento. Da tempo l’uomo era vittima della depressione. E alcuni mesi prima dell’assassinio la moglie denunciò di aver subito violenze dal marito. Violenze che hanno aggravato la pena di 16 anni per omicidio di uteriori 4 anni, arrivando in totale a 20.
L’accusa aveva chiesto l’ergastolo. La difesa fa affidamento ad una assuluzione per semi-infermità mentale. Dopo tre perizie psichiatriche la situazione è alquanto controversa. Non basterà un processo, la difesa ricorrerà in appello.
Leggi la news del fatto di cronaca nera, risalente al 28 febbraio 2010.