L’informazione tra nickname e fake

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    Anni fa uno storico giornalista bresciano nel chiudere la prima pagina di Bresciaoggi, sbottò dicendomi: “Non diventeremo mai una vera alternativa agli “altri”… loro riempiono pagine di necrologie e possono – fra tante – scegliere quali lettere al direttore pubblicare. Noi no”.

    Era più che una constatazione amara. Era il convincimento ruvido che un quotidiano, oltre che dare notizie, deve saper rendere partecipi i propri lettori. Come in un retrovisore d’automobile deve offrire la possibilità di guardare nello specchio ciò che sta in fianco o che sopraggiunge da dietro.

    A breve sfoglieremo solo da Pad, da Blog, da Phone. Più che tecnologica l’innovazione sta nella possibilità di commentare, condividere, dissentire, senza le mediazioni della carta stampata.

    Leggo quotidianamente più giornali on-line e una cosa non mi convince di questo nuovo doppio specchio: trovo discutibile la facilità con la quale chiunque può scrivere nell’assoluto anonimato attraverso un semplice “nickname”… salvo proferire insulti o commettere reati.

    In realtà il più delle volte non si tratta di veri “nick” cioè pseudonimi riconoscibili, ma di “fake” che nel gergo internauta significa falso, posticcio.

    Io continuo a pensare che la libertà di pensiero non si esercita parlando attraverso il buco di una serratura. Penso che tutte le opinioni vadano ascoltate attentamente sino a quando chi le esprime se ne assume la responsabilità o non le cambia con disinvoltura.

    Commenti che per quanto tempestivi, giusti, perfino autorevoli non sono riconducibili a una storia, a un vissuto, a una testimonianza coerente, diventando un fenomeno dannoso.

    Se vogliamo che il comunicare non rasenti lo sfogo sterile o peggio ancora auto-celebrativo, occorre esser certi che provenga da facce presentabili.

    Diversamente si corre il rischio di un caos letale. Una babele che trasforma linguaggi in rumore, opinioni in panzane, ricchezza in aridità. Una maionese impazzita, nemmeno buona da assaggiare.

    Il timore è che da sotto il lenzuolo da fantasmi questi “fake” offrano non il meglio ma il peggio di del bisogno di comunicare. Quella parte non proprio razionale che si trova in tutti noi e che è bene controllare. Quel pezzo di carattere impulsivo che ci piacerebbe cambiare con un colpo di bacchetta magica.

    Nella gara dell’audience on-line non varrebbe la pena fare qualche “sacrificio” garantendo l’anonimato solo a chi effettivamente vive situazioni delicate e perciò stesso eccezionali?

    Non vorrei che fra qualche tempo ci trovassimo a raccontare increduli: “C’era una volta una Brescia migliore…”

    Gianluigi Fondra, Mompiano

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    1 COMMENT

    1. Invece che scrivere come \"tips\" perchè non usi il nome e il cognome che i tuoi genitori ti hanno donato con gioia quando sei nato/a? Cosa si nasconde dietro il tuo nickname? Di cosa hai paura? Temi il giudizio di chi vive attorno a te?
      Questo volevo dire. Mi interessa il tuo pensiero su questo modo di comunicare… sei invitato/a a farlo magari cominciando il prossimo post con: Sono ex-tips e nella vita reale mi chiamo \"tuo nome\" e \"tuo cognome\"…

    2. Sono ex Tips, nella vita reale mi chiamo SONO FATTI MIEI e non faccio l\’opinionista per questo sito, né tu sei un carabiniere. quindi non sono tenuto a dirtelo. Forse dovresti accettare che internet funziona così e fine. Amen.

    3. Ho scritto Bresciano ma avrei potuto mettere un nome più credibilie, tipo Andra Rossi o Giuseppe Bianchini e nessuno avrebbe messo in dubbio la vericidita del mio nome percio penso che tt sia relativo, cmq tornando all articolo penso che i nik di fantasia nn sempre servono a nascondere un pseudo contestatore violento che proferisce solo insulti, penso che a volte sia solo una tutela personale soprattutto se si commentano notizie di polica, le dico questo perche è successo al sottoscritto nn meno di un anno fa x un commento ad un blog politico, in modo molto garbato avevo scritto che nn ero daccordo sulle idee e sul modo di protestare secondo me troppo violento, ho trascorso 3 mesi con il telefono che squillava la notte e con chiare minacce a me e alla mia famiglia, tt questo perchè è bastato segnarsi il mio nome e cognome (che usavo sul blog) aprire una guida telefonica ed per qualcuno è stato uno scherzo trasformare la vita di una persona in un incubo!!
      Come detto soprattutto in ambito politico si leggono commenti \"pesanti\" ma nn riferiti alla articolo ma alla persona che ha precedentemente commentato, ci si da del fascista,comunista,razzista,ladri e truffatori con molta \"cattiveria\" pensi se queste persone potessero avere nome e cognome tel e indirizzo di dove abita il tizio che hanno appena infamato !!!!
      Buona serata
      Bresciano

    4. leggo l\’articolo e sono d\’accordo. Poi leggo il primo post, e sono d\’accordo. Leggo il secondo post e non sono d\’accordo. Vedo in giro troppa polemica, anche per una briciola. Ormai si urla, si urla e null\’altro. Sono d\’accordo con Lei e con il modo garbato con il quale ha sostenuto la sua opinione.

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