▼ Montichiari, cittadinanza a Mussolini revocata? La Lega: No, si prenda atto che è decaduta per morte
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La figura di Benito Mussolini – dittatore feroce su cui la storia e la Repubblica italiana ha dato un giudizio unanime di condanna – continua a infiammare il dibattito politico bresciano. E stavolta tocca a Montichiari, dove le minoranze hanno accolto le richieste di Anpi presentando una mozione per la revoca della cittadinanza onoraria concessa nel 1924 al Duce.
Ma al dunque, nel consiglio comunale di lunedì, la proposta del centrosinistra è stata respinta. Non perché la maggioranza voglia confermarla per qualche nostalgia, va detto, ma – in buona sostanza – perché non vuole votare la mozione degli avversari. La soluzione trovata dal centrodestra, quindi, è stata quella di rinviare tutto alla successiva seduta del consiglio, quando saranno i gruppi che sostengono Marco Togni a presentare la loro mozione. E a chiarirne i contenuti ci ha pensato la Lega.
“Dato che l’obiettivo finale comune sia di maggioranza che di opposizione è quello di ritenere decaduta la cittadinanza onoraria a Mussolini – è stato detto nell’intervento il cui testo integrale è stato rilanciato sulla pagina Facebook della sezione locale del partito – riteniamo che il Consiglio Comunale, in virtù della mancanza di una normativa nazione e di un regolamento comunale ad hoc, debba fare una mera presa d’atto della decadenza dell’onorificenza in favore di Benito Mussolini per avvenuta morte il 28 aprile 1945”.
Tradotto: formalmente Mussolini non è più cittadino onorario di Montichiari perché è morto. A supportare questa tesi gli esponenti del Carroccio avanzano anche una lunga spiegazione formale. Forse hanno ragione. La speranza, però, è che nelle premesse nella loro mozione non siano dimenticate parole di netta condanna nei confronti del dittatore, insignito indegnamente di quella onorificenza.
IL TESTO DIFFUSO DALLA LEGA
Sebbene la “cittadinanza onoraria” non sia disciplinata da alcuna norma di legge, tuttavia sono molti i Comuni che si sono dotati di un regolamento per il conferimento e la revoca della concessione.
Il Comune di Montichiari ne è sprovvisto.
C’è però la tradizione di concedere la cittadinanza onoraria sulla base delle motivazioni politiche dell’epoca della maggioranza protempore del Comune con una semplice delibera.
Un esempio storico risalente al 1924 è appunto la diffusione, in quasi tutti i Comuni italiani, della cittadinanza onoraria all’allora capo del governo Benito Mussolini, prassi generalizzata nei primi anni della era fascista
Da qualche anno le proposte di revoca per indegnità suscitano polemiche e divisioni, anche in alcuni Comuni di provata fede antifascista sul presupposto che non avrebbe senso cancellare dopo cento anni, in tutt’altro contesto politico e sociale, un fatto storico e di fatto risultano pochi i Comuni che l’hanno revocata.
Sebbene la più diffusa delle onorificenze comunali sia la cittadinanza onoraria, i numerosi regolamenti comunali disciplinano più onorificenze con denominazioni anche difformi e con presupposti per la concessione in parte differenti tra cui la cittadinanza onoraria, la cittadinanza benemerita e l’encomio.
Di prassi, non solo in Italia ma anche nel resto dell’Europa, la cittadinanza onoraria è un riconoscimento concesso ad un individuo non residente nel comune che ne conferisce l’onoreficenza ma ritenuto legato alla città per il suo impegno o per le sue opere, valida per il cittadino durante la sua vita ed essa decade alla morte della persona. Essa termina con la morte dell’onorato o, in casi eccezionali, quando viene tolta dal Consiglio o dal Parlamento della città, del Paese o dello Stato.
La cittadinanza benemerita invece può essere conferita anche a cittadini non nati in Italia e anche post-mortem (alla memoria) o impossibilitate a ricevere personalmente il riconoscimento, in tal caso verrà consegnata ai familiari o ai rappresentanti del destinatario del riconoscimento.
Con riferimento alla richiesta da parte di ANPI protocollata in data 18 luglio e alla conseguente mozione presentata dai gruppi di opposizione si sottolineano due differenze.
Nel primo caso l’ANPI richiede la revoca della deliberazione del Consiglio Comunale del 22.05.1924 mentre la mozione non richiede la revoca della deliberazione ma la revoca della cittadinanza onoraria.
In un caso quindi si tratta della revoca di un atto del comune fatto più di 100 anni fa, prima della seconda guerra mondiale e quindi prima della costituzione italiana e del testo unico degli enti locali.
Il riconoscimento della cittadinanza onoraria si fonda infatti sulla base di motivazioni politiche dell’epoca della maggioranza protempore del Comune e, pertanto, automaticamente mutevoli nel tempo e quindi revocabile finché la persona sia in vita qualora le stesse condizioni vengano meno.
La natura della suddetta onorificenza è tale per cui, proprio per il suo carattere contingente, è riconosciuta e può essere revocata finché la persona è in vita; ma è altrettanto vero che decade automaticamente con la sua morte.
Benito Mussolini fu catturato il 27 aprile del 1945.
L’appena nominato sindaco di Dongo, l’avvocato Giuseppe Rubini, figlio del politico Giulio Rubini, cercò di porre il veto opponendosi all’esecuzione ma, non riuscendo a ottenere risposta, ritirò dalla finestra del municipio la bandiera italiana esposta, e si rinchiuse in casa
Mussolini fu fucilato insieme all’amante Clara Petacci dai partigiani il giorno successivo 28 aprile 1945 e successivamente i corpi furono trasportati a Milano dove vennero appesi a testa in giù in Piazzale Loreto.
Di fatto, la cittadinanza onoraria di Mussolini che quasi tutti i comuni italiani gli diedero venne meno il giorno della sua morte ovvero 79 anni fa.
Se così non fosse, non si comprenderebbe come mai nessuno dei successivi governi democratici del dopoguerra, anche alla luce della nuova costituzione italiana fondante su principi di antifascismo, non abbiano provveduto a togliere le cittadinanze onorarie.
La Germania il 12 ottobre 1946 tolse tutti questi onori con l’Articolo VIII, sezione II, lettera i della direttiva 38 del Consiglio di controllo alleato per la Germania” il 12 ottobre 1946 ai criminali di guerra.
Non solo lo Stato Italiano non lo fece ma nemmeno le immediate amministrazioni comunali del dopoguerra lo fecero che, storicamente e temporalmente più vicine al fatto e del quale non si può dubitare che non ne avessero conoscenza, non vi hanno provveduto.
A differenza di altri, NOI, tutti nati sotto i principi di libertà e democrazia sanciti dalla nostra costituzione repubblicana nel lontano 1948, non abbiamo nessuna nostalgia del fascismo che lasciamo tranquillamente al giudizio della storia.
Perché sapete e, questo dovrebbe sufficientemente rassicurarvi, a meno che iniziative di tal genere promosse dall’ANPI a macchia di leopardo in tanti comuni italiani non siano strumentali per creare artificialmente un pericolo fascista, la storia non si può cancellare; la si può falsare come il Grande Fratello fa nel romanzo di Orwell, la si può ignorare, la si può dimenticare, ma cancellare no.
Per questo motivo, dato che l’obiettivo finale comune sia di maggioranza che di opposizione è quello di ritenere decaduta la cittadinanza onoraria a Mussolini, riteniamo che il Consiglio Comunale, in virtù della mancanza di una normativa nazione e di un regolamento comunale ad hoc, debba fare una mera presa d’atto della decadenza dell’onorificenza in favore di BENITO MUSSOLINI per avvenuta morte il 28 aprile 1945
Per tale ragione invitiamo i consiglieri di opposizione a ritirare la loro mozione al fine di presentarne una congiunta al prossimo consiglio comunale.
In caso contrario il nostro voto a questa mozione sarà contrario e ne presenteremo una al prossimo consiglio comunale contenente le motivazioni espresse in premessa.
Redazione BsNews.it
31 Luglio 2024
