Lega bresciana, lo scontro finale è soltanto rinviato
(a.t.) Le manovre per lo scontro finale sono in atto e ben presto sul campo potrebbero rimanere morti e feriti. Ma per il momento tutto è sospeso, insieme al ricorso ricorso presentato dal sindaco di Quinzano Lorenzo Olivari contro l’espulsione.
Nei giorni scorsi, come noto, il consiglio federale della Lega ha decretato la sua cacciata dal partito perché “colpevole” di aver criticato pubblicamente uno dei cavalli di battaglia del partito: l’autonomia differenziata. E di fronte al provvedimento i militanti hanno avuto reazioni ben diverse: la segretaria bresciana Sisti, intervistata dai giornali locali, ha annunciato di essere pronta a mediare, mentre il segretario regionale ha subito diffuso un comunicato dai toni durissimi di condanna. Differenze di approccio che non appaiono soltanto formali.
Nella Lega, infatti, è in corso da tempo una guerra intestina (il cui atto precedente erano state le indicazioni dei candidati per la lista delle provinciali). Da una parte c’è il fronte – che a congresso ha trionfato eleggendo Sisti – dei “basisti” (dal richiamo alla base e ai territori, si veda il depliant di candidatura in calce all’articolo) o dei cosiddetti ribelli, così battezzato dai media perché, insieme ad alcuni militanti storici riunisce anche esponenti del “Comitato Nord” e figure molto critiche verso il segretario nazionale Matteo Salvini (come Olivari e il sindaco di Travagliato Renato Pasinetti). Un gruppo a cui – secondo alcuni -, dopo il congresso, si sarebbero aggiunti informalmente anche l’ex deputato Matteo Micheli e l’ex candidato sindaco Fabio Rolfi (su quest’ultimo nome le indiscrezioni divergono, ma di certo entrambe le figure citate non risultano oggi essere organiche a nessuno dei due fronti in lizza). Dall’altra, invece, ci sarebbe un rassemblement piuttosto eterogeneo, di cui fanno certamente parte le figure più vicine a Salvini (a partire dal senatore Stefano Borghesi).
Fino a ieri, va detto, i due fronti erano sempre stati in sostanziale equilibrio. Pochissime polemiche pubbliche e numeri quasi pari perfino nel direttivo provinciale (dove la Sisti sarebbe in vantaggio di un solo voto). Ma l’espulsione di Olivari potrebbe cambiare le carte in tavola. Ecco perché il ricorso al Comitato di garanzia presentato dall’interessato – che interrompe temporaneamente l’efficacia del provvedimento – risulta essere tanto importante ai fini interni.
Il sindaco di Quinzano, sui social, ha commentato: “Mi state contattando in molti timorosi, premurosi e indignati per l’espulsione dalla Lega. Non temete: io ho spalle larghe e il Municipio fondamenta solide con o senza simboli di partito. Grazie per la vicinanza”. Ma sul giornale Manerbio Week, in una lunga intervista, si è spinto molto oltre, utilizzando toni ben più netti: “Non voglio pensare che, come lettura politica invece suggerisce, tale espulsione sia solo un pretesto per strappare ai militanti di Brescia una segreteria democraticamente eletta in vista del congresso lombardo, essendo che la mia uscita ribalterebbe gli equilibri numerici in provincia”.
Ma cosa succederà in caso di conferma dell’espulsione? Difficile dirlo. I sistiani – sotto anonimato, per timore di provvedimenti, vistro nel regolamento del partito sarebbe scritto nero su bianco che non si possono commentare le sanzioni disciplinari – usano toni relativamente rassicuranti. “Oggi la maggioranza è pro Sisti, non cade”, commenta uno. “La situazione è fluida, non ci sono maggioranze nette né da una parte e dall’altra”, afferma un altro con maggiore realismo. Ma di certo – in caso di uscita di scena di Olivari – sarà decisivo per gli equilibri interni il nome del subentrante (toccherebbe a Riccardo Podavini, indicato dai rumors come vicino a Borghesi).
In attesa di sapere come andrà a finire, un nuovo atto della contesa interna è stato il direttivo provinciale del 31 ottobre, convocato a Concesio. Avrebbe dovuto essere un appuntamento aperto ai militanti, ma i vertici si sono affrettati a “blindarlo”, spiegando che “il direttivo provinciale (…) è aperto solo ai membri di diritto e a quelli con diritto di parola (…). Rispetto a quanto comunicato in precedenza rimane quindi chiuso per tutti i militanti”. Come è andata quella sera? Tra i presenti – interpellati da BsNews.it – qualcuno parla di clima “normale”, altri – invece – di “tensioni”. Solo un machiavellico potrebbe affermare che nessuno dei due stia mentendo, ma poco importa. Di certo, però, non ci sono state svolte decisive.
Ma, come detto, è solo questione di tempo. Non è escluso, inoltre, che dopo Olivari tocchi ad altri. Nel mirino dei salviniani, infatti, ci sarebbero anche Sisti e Pasinetti, a cui vengono contestate le uscite pubbliche sui giornali. Come andrà a finire? Per il momento sembra ancora prevalere l’ipotesi di una continuazione della guerra fredda. Ma potrebbe bastare una scintilla a cambiare la situazione. E l’accendino pare essere nelle mani di Salvini.