▼ Sindacati contro Asst Garda: all’ospedale di Gavardo sempre più tagli ai servizi

Nel mirino le "continue riduzioni delle attività sanitarie dopo "la chiusura di posti letto per carenze di personale, la sospensione del punto nascite e le riduzioni dell'attività ortopedica". "Ora tocca alla pediatria. E poi?", incalzano i sindacati.

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L'ospedale di Gavardo
L'ospedale di Gavardo

I sindacati dei lavori di Asst Garda tornano ad attaccare i vertici aziendali. E stavolta l’oggetto delle critiche – contenute in una nota inviata da Cgil, Cisl e Uil – è la situazione dell’ospedale di Gavardo, oggetto di “continue riduzioni delle attività sanitarie dopo “la chiusura di posti letto per carenze di personale, la sospensione del punto nascite e le riduzioni dell’attività ortopedica”. “Ora tocca alla pediatria. E poi?”, incalzano i sindacati.

“La Asst del Garda, senza alcun confronto con le rappresentanze sindacali – si legge nella nota – ha comunicato agli operatori la riduzione dal mese di luglio della presenza dei pediatri in ospedale prevedendo che, dalle 20 alle ore 8, sia attivo solo un pediatra reperibile da remoto. Questo determina rischi e criticità sia per l’utenza che per gli operatori già sottoposti a carichi di lavoro non più sopportabili. Di fatto dopo le ore 20 un piccolo paziente non potrà essere ricoverato nel reparto di pediatria e rimarrà in carico al pronto soccorso degli adulti o trasferito ad altro ospedale; inoltre i bimbi presenti in reparto pediatrico non avranno l’assistenza di un pediatra di guardia dalle ore 20 alle ore 8”.

“Sappiamo – chiarisce il testo – che la carenza di operatori sanitari comporta situazioni organizzative difficili e critiche, oltre che condizioni di lavoro pesanti per gli operatori, con conseguenti rischi per l’utenza; non è accettabile che il servizio sanitario pubblico nel suo insieme non garantisca le condizioni definite dalla programmazione sanitaria Regionale nel presidio ospedaliero di Gavardo, unico baluardo sul territorio dell’Alto Garda e Valle Sabbia”.

Quindi, i sindacati puntano il dito contro una situazione che sarebbe ormai storicizzata “Non si tratta di situazioni contingenti, ma di storiche carenze che le varie e numerose Direzioni aziendali non hanno risolto negli anni. Le responsabilità sono insite nell’incapacità dei livelli gestionali e politici della Regione Lombardia di dare un’assetto sostenibile alla rete ospedaliera e alle politiche di sotto finanziamento del servizio sanitario da parte del governo Nazionale. È inaccettabile che la soluzione attuata nel recente passato con un accordo con Asst Spedali Civili di Brescia non sia più praticabile e si lasci la nostra Pediatria in questa incresciosa situazione. Ormai è sotto gli occhi di tutti che perseverare con incentivazioni economiche per gli operatori non basta per garantire i servizi ai cittadini e per evitare la continua fuga verso il privato dei professionisti sanitari. È necessaria una diversa politica sanitaria che affronti e risolva il problema della carenza degli operatori sanitari e della centralità del servizio sanitario pubblico”.

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