▼ Chiari, nel centrosinistra volano gli stracci in vista del ballottaggio

L'ex vicesindaco Libretti: "Da almeno due anni qualcuno ha deciso di terminare il rapporto con il centro-sinistra"

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Domenico Codoni e Marco Salogni, foto d'archivio

Una cosa, a chi frequenta i corridoi della politica clarense, appare chiara da tempo. L’ex sindaco Massimo Vizzardi (Azione) e il Pd non si sono mai troppo amati, nemmeno quando governavano insieme la città di Chiari. Ecco perché stupisce poco che il candidato che fa riferimento a Vizzardi, Domenico Codoni, e quello dem, Marco Salogni – messi contro perfino dal rocambolesco pareggio uscito dalle urne – non abbiano trovato un accordo in vista del ballottaggio.

Durante la campagna elettorale non sono mancati gli attacchi (uno dei più duri, sui social, è stato l’ex sindaco) e lo scontro è continuato anche poi. Codoni, va detto, ha usato toni istituzionali e di parziale apertura. “Abbiamo dialogato e ci siamo confrontati con Marco Salogni e Alessandro Gozzini – ha scritto su Facebook – e con rispetto accettiamo le posizioni di entrambi, alcune peraltro già palesate prima dell’incontro. Riteniamo importante e quasi scontato – ha aggiunto – l’immaginarsi delle collaborazioni future su diversi aspetti e progetti dei programmi elettorali, come già anticipato durante le riunioni che abbiamo avuto con loro”.

Ma la versione del confronto fornita dal fronte dem è ben diversa. Salogni, infatti – dopo aver sottolineato le “ripetute offese, anche alla mia onorabilità” subìte nelle scorse settimane – ha sottolineato che durante gli incontri con i due candidati al ballottaggio “sono state riconfermate le differenze già ben evidenti durante la campagna elettorale: di visione e di prospettiva politica anche futura da un lato, di etica, di rispetto delle regole di rispetto del voto, di valori e di coerenza dall’altro”.

Nei commenti allo stesso post di Facebook, Giacomo Loschi Della Torre – in qualità di Presidente del Comitato Civico – è stato però più netto, spiegando che “nessuna proposta è stata avanzata da parte della coalizione a sostegno di Codoni se non quella di un appoggio acritico e non condizionato e in ogni caso sempre in minoranza posto che le idee di governo della città delle coalizioni sarebbero incompatibili tra loro”. Inoltre “la prospettiva che qualche consigliere fosse concesso alla nostra coalizione è stata sacrifica sull’altare di una non precisata migliore ‘governabilità’ della città”.

L’affondo più pesante, quindi, è stato quello dell’ex vicesindaco di Vizzardi, che ha retto il Comune dopo l’elezione di quest’ultimo a consigliere regionale con Azione. E che non le ha mandate a dire agli ex alleati. “No, Codoni non ha avanzato alcuna proposta di apparentamento – ha scritto Vizzardi – ci ha chiesto solo di sostenerlo perché lui bello e bravo e l’altro brutto e cattivo. Deboluccia come idea, un tantino autoreferenziale. Del resto non si può fare una campagna elettorale dove si imputano le peggio cose e poi fare gli amiconi come se nulla fosse. Dopo dieci anni di lavoro assieme una mattina ho trovato una letterina in posta dove mi si informava come votare e mi si diceva che ero diverso da quello che pensavo di essere, manco avessi mangiato bimbi nel frattempo. Non mi sono stupito, mi sono fatto una risata. Da almeno due anni – ha concluso – qualcuno ha deciso di terminare il rapporto con il centro-sinistra. Tra gli addetti ai lavori non lo ha capito chi non lo voleva capire o ancora oggi non lo vuole capire. Le ragioni credo non tarderanno ad arrivare. No non sono un profeta, cerco di interpretare solo quel che mi sta attorno. Per coerenza staremo dove gli elettori ci hanno detto di stare e quindi all’opposizione. Ognuno, come sempre, si piglia le proprie responsabilità dall’inizio alla fine. Il resto è fastidioso chiacchiericcio”.

Parole di fuoco, a cui per ora nessuno ha risposto sul fronte opposto. Ma la decisione non stupisce visto che tra una settimana c’è il ballottaggio e i voti dell’elettorato di centrosinistra (a partire da quello dem) saranno indispensabili per battere eventualmente il portabandiera del centrodestra, Gabriele Zotti.

Zotti, sulla carta, parte avanti di qualche centinaio di voti (al primo turno 3.283 + 371 di Goffi, con cui ha fatto l’apparentamento, contro i 2.727 di Codoni). Ma i giochi sono aperti: ballano altri 3mila voti… Di certo la partita sarà decisiva per dire chi regnerà sulle rovine di quello che era il centrosinistra clarense.

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