▼ Truffe a società di leasing, l’operazione della Finanza tocca anche Brescia

È coinvolta anche la provincia di Brescia nella maxi operazione della Guardia di Finanza di Treviso messa in atto in contrasto ad un giro illecito di truffe ai danni di società di leasing

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Guaria di Finanza, Brescia
Guardia di Finanza

È coinvolta anche la provincia di Brescia nella maxi operazione della Guardia di Finanza di Treviso messa in atto in contrasto ad un giro illecito di truffe ai danni di società di leasing.

Gli uomini e le donne del Comando provinciale delle Fiamme Gialle di Treviso, con il coordinamento della Procura, hanno fermato una trentina di persone che secondo quanto emerso dalle indagini avrebbero operato a partire dal 2018 tramite 22 imprese attive nelle province di Bergamo, Brescia, Caserta, Chieti, Ferrara, Milano, Napoli, Padova, Rovigo, Roma, Salerno, Treviso e Venezia.

I soggetti indagati avrebbero proposto alle società di leasing l’acquisto di macchinari industriali – tra cui generatori di corrente, carrelli elevatori e altri dispositivi di lavoro –  risultati poi essere inesistenti, ma che sarebbero dovuti essere affidati a conduttori terzi individuati dagli stessi fornitori. Stipulati i contratti questi non venivano onorati, o venivano pagate soltanto le prime rate. I conduttori a quel punto facevano perdere le proprie tracce.

Secondo quanto ricostruito vi sarebbero almeno 18 casi di truffa con 5 società di leasing delle province di Milano, Venezia, Siena e Bologna finite nella trappola. Cinque tra le persone indagate sono accusate di associazione a delinquere mentre agli altri, tra cui cittadini residenti nel Bresciano, viene contestata la truffa aggravata dall’abuso di prestazione d’opera per aver predisposto – con falsi collaudi e repertori fotografici alterati – atti idonei a ritenere realmente esistenti i macchinari proposti in vendita alle società di leasing, simulandone la cessione ai conduttori finali mediante il ricorso a falsi documenti di trasporto.

Ai dieci amministratori di diritto e di fatto delle quattro aziende trevigiane coinvolte, che avevano il ruolo di proporre la vendita dei macchinari inesistenti, si contesta anche la violazione della norma tributaria per l’omessa dichiarazione, l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti pari a 3,5 milioni di euro, evadendo l’Iva per 1,5 milioni di euro.

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