Con la chiusura dal prossimo 1 giugno del Rifugio Croce di Marone, in Valcamonica, si conclude anche un bel capitolo della storia bresciana.
Gestito dagli anni 2000 da Walter Cristini e Gigliola Ghitti, con l’aiuto prima della figlia Greta poi anche dei nipoti, il rifugio ha rappresentato per molti, escursionisti e non, una tappa fondamentale nel percorso verso il Monte Guglielmo a quota 2.000 metri.
Il rifugio Croce di Marone, attivo dal 1970 e raggiungibile in auto, a piedi e in bicicletta, ha accolto tutti coloro che percorrevano la via, proponendo una cucina casalinga ma anche riparo a chi durante le camminate ha dovuto affrontare imprevisti di vario genere, dalle avverse condizioni meteorologiche a piccoli incidenti di percorso. Con 15 posti letto e una sessantina di posti per il pranzo il rifugio è stato punto di riferimento per bresciani e non soltanto, per appassionati di montagna, per chi ha trovato in questo luogo un ambiente caloroso e accogliente. Negli scorsi giorni l’addio all’attività con una frequentatissima festa, che ha riunito oltre 400 persone, un’intera comunità che si è stretta in un forte abbraccio ai gestori.