▼ Tragedia sfiorata a Canton Mombello: detenuto cerca di suicidarsi in cella
Tragedia sfiorata nel pomeriggio di ieri all’interno del carcere di Brescia “Nerio Fischione”, dove un detenuto ha tentato di porre fine alla propria esistenza ma è stato fortunatamente salvato in extremis dal personale della Polizia Penitenziaria.
Secondo quanto si apprende da una nota della Fp CGIL Polizia Penitenziaria l’uomo avrebbe tentato di compiere il gesto estremo legandosi al collo una corda rudimentale ricavata da strisce di lenzuola. Il tempestivo intervento degli agenti di Polizia Penitenziaria ha interrotto l’azione del detenuto Quindi, una volta soccorso dai poliziotti è stato trasportato in ambulanza presso gli Spedali Civili di Brescia. Il detenuto è fuori pericolo.
Sul caso interviene il Coordinatore Regionale della Fp CGIL Polizia Penitenziaria, Calogero Lo Presti, il quale denuncia, ancora una volta, le condizioni insostenibili all’interno del penitenziario bresciano derivate dall’inadeguatezza della struttura risalente a fine ‘800. Il sovraffollamento nel carcere ad oggi supera il 210% con oltre 390 detenuti a fronte di 185 posti quale capienza regolamentare, con la presenza di soggetti psichiatrici, tossicodipendenti e farmacofiliaci che rendono il contesto molto più problematico da un punto di vista della gestione. A questi aspetti, sottolinea Lo Presti, bisogna aggiungere la cronica carenza di personale di Polizia Penitenziaria oltre ad altre figure professionali come educatori, personale amministrativo, psichiatri e psicologi, e personale sanitario.
Insomma, rincara il sindacalista, urge una riorganizzazione del sistema penitenziario che con il passare del tempo sta mostrando tutti i suoi fallimenti. Rivolgiamo un accorato appello alla Presidente del Consiglio dei Ministri – Giorgia Meloni – ed al Ministro della Giustizia – Carlo Nordio – affinché adottino, con urgenza, delle politiche deflattive per dare un minimo di “sollievo” al pianeta carcere che in queste condizioni rappresenta una violazione della dignità umana ed una palese violazione dell’art. 27 della Carta Costituzionale. Il carcere, continua Lo Presti, oltre ad essere luogo di espiazione della pena deve essere, principalmente, anche il luogo della riabilitazione, rieducazione e trattamento al fine del reinserimento nella società civile da parte dei detenuti, e deve essere un luogo di lavoro che dia garanzie alla sicurezza dei poliziotti che sovente rischiano la propria pelle per mancanza, o carenza, di mezzi di protezione.