✴️ Carceri: da Brescia un grido di lotta e di dolore | di Paolo Pagani*
di Paolo Pagani* – Un altro ragazzo morto in carcere.
Un ragazzo che non doveva essere lì.
Un ragazzo che lo stato doveva proteggere e che ha fatto, invece, morire.
Nella patria di Beccaria.
Finché accadranno tragedie come queste l’ Italia non potrà dirsi un paese civile.
La destra al governo sta aggravando una situazione già insostenibile.
Ma è nella sua natura. Al proprio DNA non si sfugge.
Ma la mia sinistra ha enormi responsabilità.
Negli anni Sessanta sul settimanale della federazione comunista bresciana alcuni articoli parlavano dei giovani detenuti come dei figli nostri.
Quelle radici sono rinsecchite, purtroppo.
La mia sinistra, a suo tempo, non ha raccolto il grido di dolore di Ciampi e Napolitano.
La mia sinistra ha subito l’ egemonia securitaria.
La mia sinistra ha introiettato la sindrome dello struzzo.
Adesso deve svoltare e farne una battaglia di civiltà, come per il salario minimo, come per la sanità pubblica.
Bisogna che smentisca Qoelet: qualcosa di nuovo sotto il cielo deve accadere.
Ebbene. A Brescia abbiamo il secondo carcere più affollato d’Italia, forse il più invivibile.
Propongo che la sinistra e il centrosinistra bresciani ne facciano, con testardaggine e continuità, una questione di emergenza nazionale.
Fuori dal carcere, nelle piazze, sui giornali, con le ispezioni all’ interno.
Non è più accettabile che soffrano in carcere ragazzi con malattie mentali gravi.
Non è più accettabile che le carceri trasformino in peggio migliaia di giovani disagiati.
Immagino già le grida della destra, dei vari Rolfi, dei vari sindaci della destra-centro che, di fronte ad un enorme problema di disagio giovanile, pensano al Daspo. Dappertutto. Come se allontare da qualche parco qualche ragazzo per qualche tempo risolva un problema che ha ben altre radici.
Ma costoro sono gli imprenditori della paura. È il loro mestiere. Un mestiere che avvelena. Almeno fosse un farmaco che è un veleno che cura.
È la mia sinistra che deve tornare a fare un altro mestiere.
E da Brescia può e deve partire una nuova stagione.