“Non solo il consigliere regionale Giorgio Bontempi, in quota FdI, avrebbe dovuto astenersi dal partecipare alle votazioni sul nuovo Piano Cave, ma non avrebbe nemmeno dovuto ricoprire il ruolo di relatore vista la sua partecipazione, come revisore legale, per una ditta di un noto gruppo operativo nel settore delle cave”. Con un una nota il consigliere regionale del M5S Paola Pollini attacca frontalmente il consigliere bresciano.
“Bontempi – sottolinea l’esponente pentastellata – ricopre dal dicembre 2022 il ruolo di revisore legale per la società Profacta srl, con sede a Trento il cui unico socio è il Gruppo Faustini Srl che detiene il 100% delle quote. Altra ditta del medesimo gruppo è la Inertis Srl con sede a Montirone. Le due ditte, oltre che appartenere allo stesso gruppo, si sono scambiate nel marzo del 2016 l’autorizzazione ad operare presso la cava di Montirone in località Betulla, definita dall’ATeg36, in particolare la Profacta cedeva alla Inertis l’autorizzazione con l’ok della Provincia”.
“L’ATEg36, o meglio conosciuta cava Betulla – continua il testo – rientra nel piano cave appena approvato da Regione Lombardia, per una volumetria di 2,5 milioni di metri cubi poi elevata a quasi 3 milioni proprio su richiesta della giunta regionale. Ciò nonostante, la ditta Inertis ha avanzato ulteriori richieste in sede regionale. In particolare aveva chiesto la riperimetrazione dell’ambito con l’inserimento dei mappali esclusi in sede provinciale e di sua proprietà. A questa richiesta la risposta degli uffici regionali è stata di non poter accogliere la richiesta, per altro già cassata dalla stessa Provincia, in quanto in ‘contrasto con i principi, i criteri, il metodo di stima e distribuzione dei fabbisogni assunti dal piano’ e in particolare Regione avrebbe rilevato che ‘la cospicua dimensione del giacimento […] consente il reperimento dei volumi di produzione decennale assegnati e non si evidenza la necessità di ampliamento con ulteriori terreni'”.
“Nonostante ciò – incalza ancora Pollini – il 23 gennaio scorso, in aula, un emendamento a prima e unica firma del consigliere regionale Figini, collega di partito del Bontempi, è stato incomprensibilmente approvato, con il beneplacito di relatore e giunta. L’emendamento chiedeva l’ampliamento del perimetro dell’ATEg36, con i mappali dei terreni di proprietà del cavatore così come richiesto dallo stesso. Nella motivazione a supporto dell’emendamento si specifica inoltre che “su tali aree non si rilevano vincoli escludenti l’attività estrattiva” peccato che sia Provincia che Regione abbiano affermato l’esatto contrario ritenendo che l’area fosse più che sufficiente, per soddisfare i fabbisogni e che ulteriore consumo di suolo avrebbe generato un impatto ambientale e paesaggistico in contrasto con le finalità stesse del piano”.
“Come tutto questo sia potuto accadere – chiosa – ancora ce lo domandiamo”.
