Con una nota il centrosinistra della città di Brescia interviene – per una volta compatto – per criticare la campagna di manifesti organizzata da Pro Vita contro la legge 194, che regola il diritto di aborto (“9 biologi su 10 mi riconoscono come essere umano e tu?”, si legge sopra all’immagine di un feto).
“Servono rispetto, cura e gentilezza, non giudizi sommari”, si legge nel documento sottoscritto da tutte le forze (dalla sinistra fino a Italia Viva), in cui l’associazione cattolica viene esplicitamente accusata di disprezzare le donne e le loro capacità di autodeterminarsi.
“Invece di agitare la clava del giudizio che colpisce soprattutto le donne più fragili e più sole – conclude il comunicato – costruiamo cura e occasioni di scelta, ritessiamo la rete dei consultori, consentiamo agli ospedali di applicare la legge 194”.
IL DOCUMENTO DEL CENTROSINISTRA
Davvero “Provita e famiglia” pensa che una donna non sappia cosa accade? È tale il disprezzo della donna, del suo pensiero, del suo sentire, della sua capacità di autodeterminarsi che semplicemente la cancellano.
E vanno, duri come macigni, sul giudizio, sul senso di colpa, forti delle loro intoccabili certezze, non guardano alle esistenze, ai dubbi, al dolore, al coraggio, alle scelte che ogni giorno attraversano le vite di donne e di uomini, con gentilezza, con tutta la tenerezza del gesto di cura.
Non servirà diffondere numeri a caso, esibire false notizie e titoli ad effetto per cancellare la complessità di queste scelte insindacabili.
E poi c’è una legge, che è applicata con competenza, cura della parola e del gesto, nonostante le tante, troppe difficoltà frapposte da istituzioni che dovrebbero applicare una legge dello Stato e dare risposta ai bisogni e ai desideri delle cittadine, donne libere e pensanti, pienamente consapevoli.
Se l’obiettivo dell’associazione Provita è quello di ridurre il numero di aborti, non sarà certo il rendere illegale tale pratica a permettere di ottenere questo risultato. Mentre, infatti, gli antiabortisti sono sempre molto risoluti nell’additare presunte colpevoli, diventano assolutamente contraddittori quando si tratta di proporre soluzioni; soluzioni che, al di là dell’inalienabile e già ribadito diritto della donna all’autodeterminazione in tema di maternità, esistono ed hanno nomi precisi: programmi strutturati di educazione sessuale nelle scuole, libero accesso alla contraccezione gratuita, tutela della maternità sui luoghi di lavoro, gratuità dei servizi di asilo nido, presenza di una rete di sostegno tramite i consultori territoriali. Soprattutto riguardo i primi due punti, l’educazione sessuale ed il libero accesso alla contraccezione, le maggiori resistenze all’attuazione provengono proprio da quelle associazioni che non perdono occasione di dichiarare di voler veder ridotto il numero di aborti; una contraddizione che non si può fare a meno di sottolineare, se si vuole portare il dibattito sul piano pratico.
Invece di agitare la clava del giudizio che colpisce soprattutto le donne più fragili e più sole, costruiamo cura e occasioni di scelta, ritessiamo la rete dei consultori, consentiamo agli ospedali di applicare la legge 194.
Serve una cultura del rispetto e della cura, della gentilezza.
La cittadinanza è questo o non è.
Firmato:
– Al Lavoro con Brescia;
– Azione Segreteria cittadina Brescia;
– Brescia 2030 PSI;
– Brescia Attiva;
– Brescia Green;
– Conferenza provinciale delle donne democratiche di Brescia;
– Italia Viva Brescia;
– Lista Civica Brescia Capitale
– Lista Civica Castelletti;
– Partito Democratico – Federazione provinciale e Unione Comunale di Brescia;
– Più Europa Brescia;
– Possibile Brescia;
– Sinistra Italiana Brescia.
