▼ Legambiente: “Ciclovia del Garda occasione per ridisegnare la mobilità”

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Il lavori di realizzazione della nuova pista ciclabile del lago di Garda, il cosidetto anello ciclabile del Garda
Il lavori di realizzazione della nuova pista ciclabile del lago di Garda, il cosidetto anello ciclabile del Garda

Il tratto lombardo della Ciclovia del Garda, la pista ciclopedonale che aspira a coprire l’intero perimetro del lago di Garda offrendo a turisti e appassionati delle due ruote viste mozzafiato (il tratto a sbalzo sul Benaco è già noto e frequentatissimo), «deve rimanere una priorità e diventare occasione per ridisegnare la mobilità di un territorio altamente congestionato»: a sostenerlo è Legambiente, che descrive l’infrastruttura prevista dal Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche (SNCT, 2018) come il nervo scoperto di un territorio, in un modo che sembra andare ormai oltre il dibattito sul suo completamento.

I comitati difendono non solo l’integrità del paesaggio, minacciato dalla invasività dell’infrastruttura nel tratto in falesia – le ormai celebri ‘mensole’ a sbalzo sulla roccia – ma più in generale sottolineando il consumo di suolo e l’eccessivo costo della realizzazione. In ambito lombardo pesa poi sul dibattito anche il rischio idrogeologico, confermato dalle frane degli ultimi mesi, mentre è sotto gli occhi di chiunque una congestione veicolare crescente, causata, tra l’altro, anche da un fenomeno di sovraffollamento turistico.

In uno scenario dalla mobilità estremamente congestionata – evidenzia Legambiente in una nota- , non è immaginabile escludere in modo irriflessivo un’alternativa come quella rappresentata dalla mobilità ciclistica, non solo ricreativamente intesa, ma ad esempio anche come logistica di prossimità, oltre alle ulteriori soluzioni rappresentate dal trasporto collettivo e dalla navigazione, oggi poco sviluppate.

Secondo quanto sostiene l’organizzazione ambientalista Regione Lombardia starebbe ripensando le strategie progettuali. Le soluzioni già previste in sede di revisione del PFTE e attualmente allo studio sarebbero, oltre alla discutibile e infatti discussa intermodalità lacuale, il passaggio in carreggiata.

“Per la realizzazione della Ciclovia del Garda si consideri il passaggio in carreggiata dei cittadini in bicicletta, una soluzione possibile solo con un radicale ripensamento della mobilità del territorio, non più rimandabile,” afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “La condivisione della carreggiata è già un fatto, bisogna pensare a una maggiore sicurezza dell’esistente se vogliamo intravedere un futuro per l’opera in questione e più in generale per quella parte del bresciano. Regione Lombardia non deve soltanto ripensare le soluzioni progettuali della ciclovia, ma mettere finalmente mano alle strategie di scala, potenziando il trasporto collettivo su gomma e via acqua aggiungendo frequenza e orari delle corse con mezzi adeguati, e al contempo riducendo la motorizzazione individuale. Altrimenti, la ciclovia continuerà ad essere oggetto di grandi discussioni senza affrontare il nodo centrale di una mobilità insostenibile.”

A livello normativo molte soluzioni sono possibili, per salvaguardare il senso di un percorso in continuità, senza salti di pendenza, deviazioni o interruzioni, qualità decisive per il suo successo anche economico. Questo perché separare le biciclette dai veicoli a motore non solo non è sempre necessario, ma è anche difficilmente realizzabile in ogni caso, a meno di non mettere in conto deviazioni inopportune e spese esorbitanti per opere impattanti. A questo proposito, preoccupa la volontà del governo nazionale di andare contro le infrastrutture in segnaletica e la moderazione della velocità, come pare avverrà con la legge delega per la riforma del Codice della Strada di prossima approvazione, esplicitamente rivolta contro la mobilità attiva e la ciclabilità in particolare.

“Il Garda non merita di essere terreno di contrapposizione tra ciclabilità e integrità del paesaggio, quando in fatto di mobilità i problemi sono ben altri,” commenta Federico Del Prete, responsabile mobilità e spazio pubblico Legambiente Lombardia. “L’aria di rivalsa ideologica contro una ciclabilità diffusa colpisce opportunità che non possono non essere colte da territori come la sponda bresciana del Garda. Serve una maggiore determinazione da parte di Regione nel chiudere una partita sospesa ormai da troppo tempo, evitando spese e progettualità inopportune o, peggio, la mancata realizzazione dell’infrastruttura.”

 

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