▼ Fugge da matrimonio combinato: espulsa da Brescia i giudici le ridanno permesso

Se tornasse in Albania, scrive il Tribunale, troverebbe il rifiuto della famiglia di origine per essersi ribellata e verrebbe emarginata dalla sua comunità

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Abusi e violenza, foto simbolica da Pixabay

Non è una storia felice quella di una donna albanese di 32 anni che è fuggita dalla sua patria per evitare un matrimonio combinato. Ora però c’è per lei uno spiraglio di speranza: il Tribunale di Brescia le ha riconosciuto la protezione sussidiaria per i prossimi cinque anni.

Per protezione sussidiaria si intende una forma di protezione internazionale data a quelle persone che, pur non avendo i requisiti per lo status di rifugiato, vengono protette perchè se tornassero nel proprio paese subirebbero un danno grave. Secondo il Tribunale di Brescia infatti è proprio questo che accadrebbe alle 32enne se tornasse in Albania.

Come scrive il Giornale di Brescia il collegio dei giudici presieduto dalla giudice Mariarosa Pipponzi ha sottolineato come il fatto di esserci emancipata dalla mentalità tradizionale e da un matrimonio combinato potrebbe portarle un grave danno per il rifiuto da parte della sua famiglia e l’emarginazione nella comunità di provenienza. Nella vita della giovane albanese, oltre alla fuga in Italia e all’espulsione perchè senza permesso, c’è anche un altro matrimonio. Si tratta di un’unione con un altro uomo solo per potere ritornare a vivere e lavorare in Italia e stare lontana dall’Albania.


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