✴️ Pd, il futuro oltre il congresso nazionale, non contro | di Claudio Bragaglio *️⃣
di Claudio Bragaglio* – Dopo i Congressi: regionale, provinciale e cittadino, si può aprire a Brescia una nuova e positiva fase per il PD. All’insegna d’un percorso unitario che ha eletto i rispettivi Segretari: Roggiani, Zanardi e Cammarata. Ma tutto ciò sollecita anche una riflessione più ampia. Il Congresso nazionale con l’elezione della Segretaria Schlein ha sì segnato una discontinuità nel PD, ma non ha ancora gettato l’arcata del ponte sul futuro. Ci troviamo ancora in bilico sia sulla strategia politica che sulle alleanze. Quindi sul ruolo stesso del nuovo PD.
Ma qual è oggi la natura plurale del PD? Quella “bipolare” del Congresso nazionale, con Schlein contrapposta a Bonaccini? O quella successiva ed unitaria in Lombardia? O con in campo entrambe le diverse opzioni? Visto che anche in Lombardia lo schema nazionale è stato pur tentato con la candidatura a segretario regionale di Del Bono. Ma che poi è rientrata.
Il pluralismo del PD fotografa non solo la sua organizzazione interna, ma ancor più la sua linea, le sue alleanze politiche e sociali.
Finora non è decollata l’area di Bonaccini, che vive delle stesse suddivisioni del passato. In quanto a Schlein risulta ancora amletico quel suo “essere o non essere” d’una area che non è riconosciuta come tale dalla stessa Segretaria, in polemica col vecchio correntismo del PD.
Ma, prima di tutto, ci si deve interrogare sulla crisi e gli errori delle componenti più significative. Ovvero quella cattolico democratica e quella della sinistra riformista che, con altre aree, avevano guidato il PD. Analisi finora rimossa, ma necessaria. Ritenendo, da parte mia, che la rifondazione del PD debba passare anche dalla ripresa di iniziativa proprio di tali aree, insieme ad altre sensibilità.
Molto è cambiato, visto che esse si ritrovano ora ad essere aree minoritarie. Ma in assenza d’una loro iniziativa non vedo prospettive per lo stesso PD. Col ruolo decisivo che devono assumere proprio le “minoranze attive” nelle fasi di crisi, nei termini analizzati da uno studioso come Serge Moscovici. Con riferimento al voto europeo per il Gruppo “Democratici e Socialisti”. O alla inderogabile necessità d’uno sbocco politico per le stesse lotte sociali: dalla sanità, all’ambiente, alla lotta per il salario minimo…che potrebbero ritrovarsi altrimenti su un “binario morto”.
Tutto ciò vuol dire “andare oltre” il Congresso nazionale? Oltre i suoi limiti, senz’altro! Ma non “contro” tale Congresso! Come taluni hanno tentato, osteggiando gli stessi Congressi unitari per favorire un “ribaltone” dei rapporti interni al PD.
I Congressi unitari hanno operato una ricucitura. O, persino, la conferma d’un precedente percorso. Come è avvenuto a Brescia, con la vittoria a sindaco di Laura Castelletti, con la scelta della leaderhip del PD in Loggia di Federico Manzoni. Con la conferma d’un asse politico con Zanardi segretario e l’unanime elezione della Direzione PD. Persino nella modalità positiva del recupero d’un voto che aveva diviso a metà il Gruppo consiliare ed il PD, per Rossini Presidente del Consiglio. Ma seguito poi dall’unanime elezione a segretario cittadino di Cammarata. Passaggi, a volte aspri, conclusi poi positivamente. Ma – va detto – vi sono aspetti interni al PD bresciano che rimangono problematici.
Recenti incontri promossi dagli on. Cuperlo ed Orlando ci dicono d’una loro convergenza nel PD, insieme all’area bersaniana. Come si collocano tali processi nello schema “bipolare” del Congresso nazionale? Ritengo siano un’auspicabile evoluzione del ruolo della Sinistra riformista interna al PD. Sapendo che sono parte d’una articolazione unitaria che sostiene il consolidamento della segreteria Schlein. Con lo spirito d’una responsabilità condivisa, che contrasta ogni “balcanizzazione” del PD. Consapevoli delle sfide difficili che ci attendono: dalle disastrose scelte del Governo, alle elezioni amministrative ed europee, al tentativo della Destra di stravolgere la Costituzione…
Il dibattito registrato a Brescia ed in Lombardia vive di tali complesse articolazioni. E pure di alcune tensioni. Consapevoli però che la prova del nove per la Segreteria Schlein e per il PD sta, oltre che nelle scelte nazionali, nella tenuta unitaria delle varie “anime” dei PD territoriali. A partire dall’area ampia e plurale che ha sostenuto Schlein, che potrebbe oggi trovarsi davanti ad un bivio, tra il dividersi e l’articolarsi per ulteriormente ampliarsi. Ma consapevoli che lo “spirito di unità” del PD nei territori – compresa Brescia – è parte costituente e condivisibile del sostegno alla stessa Schlein, che regge il suo difficile compito non in ragione d’una solitaria area pretoriana, ma in base ad un’ampia maggioranza trasversale di partito. Con una decisiva corrispondenza tra locale e nazionale, perché in un partito tutto si tiene, altrimenti pure…tutto no!
* Partito Democratico (direzione Lombardia)
** BsNews ospita opinioni di intellettuali, politici, imprenditori bresciani nell’ottica di alimentare il dibattito pubblico con pareri autorevoli: le opinioni espresse in questa rubrica non rappresentano la linea editoriale del sito, ma quella dei rispettivi autori.