Depuratore del Garda, comitati contro la cabina di regia: pronta una maxi protesta

Continua la battaglia del presidio 9 Agosto, che da oltre due anni - nonostante lo sfratto della Loggia e il taglio della corrente - è accampato in piazza Paolo VI, a Brescia, per dire no al progetto di depuratore del Garda a Montichiari e Gavardo.

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Depuratore del Garda, presidio in piazza Paolo VI, foto da Comitato promotore

Continua la battaglia del presidio 9 Agosto, che da oltre due anni – nonostante lo sfratto della Loggia e il taglio della corrente – è accampato in piazza Paolo VI, a Brescia, per dire no al progetto di depuratore del Garda a Montichiari e Gavardo.

Dopo la riunione della cabina di regia in Broletto, che ha decretato un passo avanti per l’opera, infatti, i comitati annunciano una mobilitazione senza precedenti, un “No Depuratore Day” che dovrebbe chiamare a raccolta migliaia di persone per fermare l’opera (la data è ancora da decidere).

Il presidio, in particolare, in una nota critica la riunione del 7 settembre sottolineando che “va denunciata la clamorosa ed indegna esclusione dalla cabina di regia da qualsiasi processo decisionale, da parte di coloro che saranno più direttamente interessati dall’assurdo progetto di trasferimento dei reflui fognari prodotti dai Comuni della sponda bresciana del Garda: le comunità abitanti lungo il fiume Chiese ed i loro rispettivi Sindaci”.

Ancora i comitati evidenziano che le conclusioni della riunione “contraddicono palesemente l’impegno assunto lo scorso 3 aprile dal Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, al termine dell’incontro tenutosi in presenza con una delegazione del Presidio 9 Agosto”, poiché “in quell’occasione il Ministro aveva concluso assicurando che avrebbe provveduto a convocare quanto prima possibile (…) i rappresentanti di Regione Lombardia, di Regione Veneto e della Provincia autonoma di Trento, ossia dei tre territori interessati, direttamente o indirettamente, dalle opere di rinnovo e di trasformazione degli impianti deputati alla depurazione dei reflui fognari raccolti nella massima parte dei comuni benacensi”.

Una promessa che aveva acceso nei comitati la speranza “di rimettere in discussione i contenuti dell’accordo del 2017, i quali necessitano senza dubbio di una profonda revisione alla luce di un panorama drasticamente mutato, in particolare sotto l’aspetto sociale ed economico”. Così, a quanto pare, non è andata. E per questo gli ambientalisti hanno deciso di annunciare nuove proteste.

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