di Alessandro Benevolo* – Il confronto in corso sul destino del carcere di Canton Mombello riaccende una discussione latente sugli equilibri del centro storico.
Le posizioni spaziano dall’adattamento dell’edificio esistente per funzioni detentive meno umilianti, al recupero in combinazione con i limitrofi edifici della Caserma Goito (per risolvere il soprannumero), alla trasformazione dell’edificio in albergo di lusso per finanziare una nuova sede, a Verziano o altrove.
Ma è una discussione assurda a livello municipale. Non compete infatti al Comune orchestrare operazioni o finanziare trasferimenti; a Palazzo Loggia spetta semplicemente segnalare una funzione impropria da allontanare dal centro antico perché priva di dialogo, incapace di portare animazione o vivibilità: di spingere per una sua realizzazione altrove come hanno fatto quasi tutte le città italiane ed europee del rango e delle ambizioni di Brescia. Stop.
La soluzione potrà essere quella di costruire una nuova sede a Verziano, in un’area dismessa o addirittura (com’è avvenuto spesso) in provincia. Decisione che spetta in ultima analisi al Ministero di Grazia e Giustizia. Scelta che purtroppo oscilla al cambiare di ogni Guardasigilli ed è soggetta alle ataviche ristrettezze di spesa pubblica.
E’ di sicura competenza del Comune anche stabilire cosa fare dell’edificio dismesso e personalmente credo fortemente che questo vada demolito e ripristinata la condizione di area verde propria delle aree intorno, restituendo unità al principale compendio verde orizzontale, a due livelli del nostro nucleo antico. Com’è sempre stato nella storia della nostra città, dal XVI secolo in avanti quando la città fu cinta da mura e nella sua estremità sud-orientale si decise di inglobare delle aree non destinate alla costruzione. Non si deve illudere il Ministero che si possa far “cassa” con la sede dismessa trasformandola in un resort o peggio.
Infine si segnala che ci sono “altri carceri” nella città antica di cui bisognerebbe discutere. Altri edifici dimenticati che ospitano funzioni inopportune, che sottraggono spazi ed animazione quotidiana.
Tre fra tutti: la Caserma Goito che ha inglobato i due storici conventi di Sant’Afra e San Gaetano e che oggi è utilizzata a fini militari forse per 1/10 della sua potenzialità e andrebbe messa a disposizione per funzioni sanitarie, di animazione sociale a supporto degli abitanti del centro storico, la caserma dei Carabinieri di Piazza Tebaldo Brusato, un enorme compendio di uffici e abitazioni che potrebbe utilmente (per la città e i Carabinieri) essere trasferito altrove, aprendo la strada ad un suo riutilizzo a supporto del limitrofo complesso museale di Santa Giulia, l’ex sede del Catasto in Via Marsala, costruita in epoca fascista, che potrebbe essere demolita e ricostruita con un nuovo edificio per funzioni da stabilirsi, forse ripristinando i tre lati del Chiostro del convento di Santa Caterina demoliti a suo tempo.
* Architetto
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