Da qualche ora sta facendo discutere tutta Italia il caso del giovane ingegnere bresciano Mattia Coffetti, 35 anni, che ha deciso – primo in tutta la Penisola, pare – di farsi installare cinque chip sottopelle e con questi compie molte operazioni per cui gli sarebbero stati necessari un telecomando, un badge, carta di credito o un cellulare.
Il giovane di Rodengo Saiano ha installato il primo chip nel 2019: un Nfc-Rfd con cui apre le porte e la serranda di casa, ma su cui ha registrato anche il badge per il lavoro, la carta di identità e varie app del cellulare. Il secondo chip, quindi, è destinato all’autenticazione dei dati bancari. Mentre l’ultimo è quello che usa per effettuale i pagamenti virtuali. In mezzo altri due con funzioni più pratiche e ludiche: uno è fatto con un magnete e il secondo si illumina se avvicinato a una sorgente elettrica.
Mattia è da sempre un appassionato di informatica e da anni si è avvicinato al biohacking e al Transumanesimo, movimento culturale che promuove l’uso delle scoperte tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive.