Il Pd forse perderà l’Emilia, ma salverà l’anima? | di Elio Marniga
di Elio Marniga | Lui riesce sempre a farmi dismettere l’uggia che l’età e il piovoso novembre mi colano addosso. Lui è il politico più politico oggi a disposizione di Brescia e una delle poche voci della sinistra bresciana che esprima una qualche idea. E’ stato un generoso sostenitore di Del Bono e del suo “dentro tutti” e ancora sostiene quella linea facendo finta di non sapere che la vittoria fu dovuta alla abilità del candidato sindaco, alla mancanza di avversari e al superamento di qualsiasi impiccio del PD bresciano; vorrebbe che quella strategia politica venisse trasportata a Roma, ma Roma è grande e lontana…
Essendomi iscritto al PD quando mi parve necessario sostenere la proposta di modifica della Costituzione, non ho ancora rinnovato l’iscrizione perché ho la testa in confusione: Renzi che…?, Calenda che…?, il PD quale? Per ora è meglio che cerchi di chiarirmi le idee. Attendo, e non sono l’unico che attende.
Certo, a farlo non mi aiuta il PD bresciano che sopravvive anche senza linea politica, anzi pare respiri ancora proprio grazie a quella assenza e lasciando carta bianca stropicciata agli amministratori locali ai quali fa riferimento, invertendo la direzione degli input. Così accade che, per le elezioni europee, un amministratore pubblico faccia il giro dei municipi per chiedere la firma sotto la sua candidatura; che sull’acqua pubblica o privata il partito faccia finta di non sapere che ci sia una decisione da prendere e un indirizzo da dare ai propri elettori. E sul depuratore del Garda? Basta così, per ora. Attendiamo. Non fiduciosi, solo speranzosi.
Invece Claudio Bragaglio, è lui il lui, ora mi dà una spinta a decidere e lo ringrazio, anche se il suo aiuto è ancora insufficiente. Ha infatti fatto una richiesta ben precisa alla segreteria nazionale PD: constatato che nel governo giallo/rosso (ho volutamente usato la / invece di – e so che Bragaglio capisce il perché) il PD ci sta molto male e prende botte ogni giorno, è arrivato il momento della decisione: aut aut. “Cari, si fa per dire, alleati di governo, così io non ci sto più; di sangue già ne ho dato; ora basta. O si fanno quelle due o tre cose che mi stanno a cuore, cose “di sinistra”, o io me ne vado.” Parole chiare. Quindi si rischi pure di andare ad elezioni, che almeno il PD salverà l’anima, se non i voti.
Non sono parole di un masochista ma di un politico che vuole fare politica e non stare sul palo ad aspettare che i fichi maturino. Poi si farà il congresso, il nuovo statuto, si prenderanno le grandi decisioni e per “grandi” Bragaglio, che di esperienza sul campo della politica si è ingobbito, intende quelle che servono a dirsi che si è nella storia ma che, in vero, stanno più nella cronaca.
E io, fin qui, concordo con lui. Auguro a lui e a me che tutto vada per il verso sperato.
P.S. Sento ora che l’aut aut Zingaretti l’ha dato e che aut aut: jus soli e decreto sicurezza, uno dentro e l’altro fuori. Il Pd perderà L’Emilia Romagna, ma salverà l’anima, quella che io m’aspetto ancora di scoprire.