Continua a negare ogni addebito, ma gli investigatori hanno sospetti e indizi pesanti a suoi carico. Per questo – come confermato dal Gip Lorenzo Bernini – resta in carcere l’ex marito di Souad Alloumi, il 50enne marocchino accusato di aver fatto sparire la moglie ed averla uccisa al termine di una violenta lite.
Ad inchiodarlo ci sono i precedenti episodi di violenza contro la moglie 29enne e le testimonianze della figlia maggiore, di soli 9 anni, che ha raccontato di una violenta lite tra i genitori la sera della scomparsa della madre. Ma soprattutto contro l’ex marito – residente a Seniga – ci sono le immagini di una delle telecamere di videsorveglianza collocata all’esterno del palazzo, che lo riprendono entrare con i figli a tarda sera (intorno a mezzanotte), e poi uscire: prima per asciugarsi la fronte e poi, cinque ore dopo, trascinando verso la propria auto un pesante sacco nero.
Lì, secondo gli investigatori, c’era Souad, forse ancora viva quando è stata trascinata in auto. Un omicidio, oltretutto, che potrebbe essere premeditato, perché il 50enne pare aver detto ai figli che quella sera la madre avrebbe potuto allontanarsi e lasciarli a casa da soli.
Resta da capire il movente del presunto omicidio. Ma all’origine di tutto potrebbe esserci stata la gelosia dell’ex marito per la nuova relazione della donna, immortalata anche da alcune immagini su Facebook. Ma tra le tante foto del profilo di Souad – una ragazza bella, giovane e sorridente come tante alte coetanee italiane – ne spicca un’altra: quella del 25 novembre 2016 che la ritrae nella campagna on line contro la violenza sulle donne e che pubblichiamo in questo articolo.
Lei stessa, forse, è stata vittima di quella violenza. O del suo stile di vita troppo occidentale, come per Hina Saleem. Oppure semplicemente del fatto di non aver accettato di essere considerata proprietà da un uomo come nel caso di Sana Cheema.