Francesca e Miriam, storie parallele e scelte opposte | di Claudio Bragaglio
di Claudio Bragaglio – Capita di riflettere sulle Candidature per la Loggia. E un interrogativo mi si pone, in particolare, su due giovani donne – avvocata, luna; ingegnere, laltra che, pur avendo per taluni aspetti storie parallele, sono approdate a scelte opposte. Parlo di Francesca e di Miriam.
La prima ha reso pubblico il suo disimpegno (nella forma polemica duna pausa) dal Consiglio Comunale. Sebbene le sia stata manifestata stima, ma poi non meno anche la delusione per questa sua decisione.
La seconda, Miriam, anchella fortemente sollecitata a candidarsi. Allinizio neppure da parte della sua area di riferimento, quella della sinistra riformista del PD. Miriam ha infine accettato, pur avendo alle spalle recenti delusioni, dovute alle vicende elettorali del PD, sia a livello parlamentare che in Lombardia.
Parlo di storie parallele con riferimento alla qualità del loro impegno, alle loro collocazioni critiche e minoritarie, nonché al ruolo però da protagoniste svolto a Brescia in questi anni in Consiglio Comunale, luna, alla Camera dei Deputati, laltra. E in quanto giovani donne di valore, accompagnate da diffuse simpatie e fondate speranze, in un quadro bresciano di presenze femminili purtroppo in sofferenza.
Francesca tra le sue motivazioni adduce lo scarso ruolo del Consiglio Comunale. Non già di Brescia in particolare, ma duno svilimento di carattere generale. Vero. Ma se fosse determinante una tale motivazione dovremmo stabilire pure la sostanziale inutilità delle candidature nei vari Consigli Comunali. O non varrebbe proprio lopposto, ovvero la necessità dun impegno ancor più incisivo per un cambiamento di tali situazioni?
Esserci o non esserci, questo e non altro il bivio!
Ho già commentato la scelta, fatta da Francesca, ritenendola un errore politico del tutto incomprensibile. Con tale mia ruvida valutazione son convinto di aver interpretato anche il rammarico sincero di molte persone. A conferma sì duna stima, ma da cui conseguiva la prosecuzione dun suo impegno istituzionale. Non già labbandono.
Non saprei dire se tale scelta sia stata condizionata anche dalla sua mancata elezione in Parlamento. Delusione peraltro comprensibile. Ma, in ogni caso, non certo imputabile a una qualche sua responsabilità, visto il disastro del voto a sinistra.
Ma proprio la novità delloperazione coraggiosa fatta dalla Sinistra a Brescia, allinsegna dellunità, dellantipopulismo, dellantirazzismo che sta dentro, e non a latere, duna battaglia per un Centro Sinistra ampio ed inclusivo a sostegno di Del Bono, avrebbe meritato anche la sua presenza. Lesserci, appunto. Anche con disponibile generosità.
Brescia come il possibile laboratorio dun percorso più avanzato, tra solidarismo cattolico democratico e sinistra riformista, come ha sostenuto il prof. Ilario Bertoletti, delleditrice Morcelliana, ci dice duna solida speranza. Che vale ben più delle quotidiane delusioni personali. E nazionali. Ed il fatto stesso che nella nostra storia cittadina vi siano stati fior di candidati parlamentari dice del valore primario dellimpegno civico in Loggia. Dice non dun ripiego, ma dellimportanza superlativa della nostra municipalità. Bastino alcune citazioni: Padula, Martinazzoli, Corsini. Ora, con Del Bono sindaco. Lo stesso Guido Galperti, protagonista nella nuova Civica.
Anche per questo, e da molti, è stata apprezzata lopposta scelta di Miriam. Scelta dimpegno coerente per lambientalismo, i diritti civili ed il sociale. Scelta consapevole, anche di coraggio. Poteva pure lei prendersi una pausa in attesa dun probabile futuro, ma non lha fatto. Ben sapendo che in Lista si rischia e non si è nominati come con i parlamentari.