La provincia di Brescia ha perso 3.695 imprese artigiane tra il 2009 e il 2016. Se nel 2009, infatti, nel Bresciano erano attive 38.557 imprese, nel 2016 lo erano 34.862. Si tratta di una contrazione del 9,6%.
«Sono dati sconfortanti, imputabili alla lunga crisi economica che il sistema paese sta attraversando spiega la presidente di CNA Brescia, Eleonora Rigotti -. Non va però dimenticato che le imprese artigiane hanno già risposto al colpo, dimostrando capacità di adattamento, di cambiamento del proprio modello di business e di innovazione, instradandosi verso la ripresa».
Quanto riporta la ricerca del Centro Studi CNA “Le imprese artigiane in Italia Province e settori”, frutto dell’elaborazione di dati Movimprese, consente di analizzare levoluzione del tessuto produttivo artigiano bresciano.
Da un lato si evidenzia come, a livello settoriale, in alcuni casi la diminuzione della base produttiva artigiana sia stata determinata dalla crisi. È il caso della manifattura: da 11.158 imprese si è passati a 9.561; una contrazione del 14,3%. Nel dettaglio, il calo è stato del 22,2% nella confezione di articoli di abbigliamento (da 1.119 nel 2009 a 871 nel 2016); del 18,3% nella fabbricazione di prodotti in metallo (da 4.273 a 3.493); del 18,6% nella fabbricazione di mobili (da 349 a 284). Situazione analoga si è registrata nelle costruzioni: dal 2009 al 2016 le imprese sono diminuite di 2.128 unità, una variazione percentuale negativa del 13,7% (da 15.521 a 13.393).
In altri casi, analizza lo studio CNA, è il modello artigiano a non avere retto allimpatto della crisi, determinando una diminuzione del numero delle imprese. Nel settore trasporto e magazzinaggio, per esempio, le unità attive sono passate da 2.311 a 1.925, calando del 16,7%. È verosimile che la crisi abbia determinato una riorganizzazione del comparto, favorendo le imprese di dimensioni maggiori.
«Abusivismo ed evasione continuano a pesare sulle imprese oneste. Le imprese, artigiane e di piccole dimensioni rimarca la presidente Rigotti hanno la forte necessità di non continuare a subire costi burocratici e pressione fiscale eccessivi, servono semplificazione, certezza delle regole e sgravi fiscali per chi investe e trova nuove soluzioni per rispondere ad un mercato in continua evoluzione».
Ma non tutti i settori hanno sofferto, almeno quanto a numerosità di imprese. Le attività dei servizi alloggio e ristorazione sono cresciute del 10%, passando dalle 934 unità del 2009 alle 1.027 del 2016. In aumento nell’intervallo temporale analizzato anche le imprese dei servizi di informazione e comunicazione (+42,3%, da 227 a 323).
«Dalle dichiarazioni si passi finalmente all’azione e si attuino incentivi per aggregazioni e reti d’imprese, accompagnandole verso la crescita, di dimensioni e di valore aggiunto invoca la presidente Rigotti -. Contesti nei quali le aziende possano incontrarsi, dialogare e aprirsi al confronto sono oggi molto richiesti, oltre che necessari per la nascita di collaborazioni e lavori condivisi».
IMPRESE ARTIGIANE REGISTRATE PER I PRINCIPALI SETTORI DI ATTIVITÀ ECONOMICA
ANNI 2009 E 2016 (Valori assoluti, Variazioni assolute e %)
Fonte: Elaborazione Centro Studi CNA su dati Movimprese
Anni | Variazioni | |||
2009 | 2016 | Assolute | % | |
Attività manifatturiere | 11.158 | 9.561 | -1.597 | -14,3 |
Confezione di articoli di abbigliamento | 1.119 | 871 | -248 | -22,2 |
Fabbr. di prodotti in metallo | 4.273 | 3.493 | -780 | -18,3 |
Fabbr. di mobili | 349 | 284 | -65 | -18,6 |
Costruzioni | 15.521 | 13.393 | -2.128 | -13,7 |
Trasporto e magazzinaggio | 2.311 | 1.925 | -386 | -16,7 |
Attività dei servizi alloggio e ristorazione | 934 | 1.027 | 93 | 10,0 |
Servizi di informazione e comunicazione | 227 | 323 | 96 | 42,3 |
– | – | – | – | – |
Totale | 38.557 | 34.862 | -3.695 | -9,6 |