Caro prof Gorruso, come si fa la democrazia senza i partiti? | di Elio Marniga
di Elio Marniga – Qualche settimana fa: cena allegra tra coppie di vecchi amici, tutti nonni esperti. Prima ora di conversazione: “il mio più grande… la mia Lucia… il piccolo di…”. Indispensabile e gratificante, a turni. Poi si passa, con ricadute, alla politica e ai ricordi di politica. E’ Flavia, la moglie di Ezio, la più “impegnata” tra le nonne che spara la cannonata: “Voi vivete ancora nella politica della vostra gioventù; ora non ci sono più i partiti; ora è il tempo dei movimenti, come quello di Grillo e quindi…” Disapprovazione unanime ma…; per farla breve Flavia mi promette il testo di un articolo in cui un Professore della nostra Università spiega con chiarezza quanto da lei sostenuto. La conversazione si stoppa; cambia indirizzo perché tutti noi abbiamo il massimo rispetto del pensiero degli Accademici, nonostante che, ultimamente, se ne siano lette di belle, sull’armonia regnante nella nostra Unibs.
Ieri sera mi è stata recapitata la pagina di BresciaOggi del 30 Giugno nella quale, tra le lettere al Direttore, compare “l’Intervento” del Professor Giuseppe Gorruso – Università degli Studi di Brescia; letta subito, riletta stamane; non mi ha convinto e quindi, come fossi un giovane allievo del Professore, alzo la mano e gli rivolgo alcune domande, non senza aver fatto notare, a mo’ di prolusione, che i partiti politici non sono semplici associazioni “tra persone accomunate da una medesima finalità politica” poiché, al contrario delle bocciofile e dei dei circoli del golf, sono anche caratterizzate dall’avere una organizzazione stabile su tutto il territorio nazionale. (Mi spiace che questa mia affermazione smentisca quella che non teme smentite del Professore riguardante la fine dei partiti, ma mi attengo, per ora, alla realtà.)
Il titolo dell’intervento del Professore riassume bene gran parte del contenuto: “La democrazia rappresentativa è finita: tocca ai cittadini.” Insomma: uno conta uno. Le domande che mi vengono sono tante; mi limito ad alcune propedeutiche.
“Una nuova organizzazione politica si affaccia…” scrive il Profe. E io chiedo: è possibile un’organizzazione senza organizzatori?
Dice ancora: “E’ una forma di democrazia nella quale i cittadini, senza alcuna intermediazione o rappresentanza parlamentare (democrazia rappresentativa) possono esercitare direttamente il potere legislativo.” E io chiedo: chi decide l’ordine del giorno delle leggi da sottoporre al parere del cittadino?
Chiedo scusa per l’ingenuità delle mie domande, che magari sono anche confuse ma è un dato che la lettura completa dello scritto del Professor Gorruso mi ha mandato in confusione, essendo un po’ un’insalata, una misticanza. Tant’è che è meglio che mi fermi qui.