Tutta Sarezzo piange Massimo Alberti, il motociclista 53enne ucciso da un 20enne che stava rincasando. E sui social infiamma la polemica per il fatto che – secondo le indiscrezioni di stampa – il giovane aveva un tasso alcolemico nel sangue di 0,5 grammi per litro: un valore consentito per i guidatori adulti, ma non per i neopatentati (fino a 21 anni) che non possono mettersi alla guida dopo aver bevuto.
L’incidente è avvenuto lungo la ex statale 345 a Sarezzo, all’altezza del centro sportivo comunale di Cogozzo, intorno alle 5.30 di mattina. Alberti stava andado al lavoro, alla Metra di Rodengo Saiano, a bordo della sua moto quando ha trovato sulla sua strada la Fiat 500 guidata dal 20enne, che stava rincasando dopo una serata con gli amici.
Secondo i primi accertamenti dei carabinieri di Gardone Valtrompia e di Villa Carcina, l’auto del 20enne non avrebbe seguito la curva e avrebbe invaso la carreggiata opposta, investendo Alberti. Ma la dinamica è ancora tutta da accertare. Nel frattempo però una triste certezza c’è: il motociclista è finito prima sul parabrezza dell’auto e poi sull’asfalto, probabilmente è morto sul colpo.
Restano da capire le cause dell’incidente. L’alcol da solo non può giustificare l’invasione di corsia, e si resta in attesa di ulteriori analisi sull’eventuale assunzione di stupefacenti. Cosa è successo dunque? Si è trattato di un colpo di sonno? Di un malore? Di una distrazione? In attesa delle risposte, secondo le disposizioni della nuova legge sull’omicidio stradale, il 20enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari.
Alberti lascia la moglie, che gestisce un bar in paese, e due figli.