Criteria Giovanili, il bresciano Alessandro Bori senza limiti: 4 ori e 2 argenti

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Si sono conclusi i Criteria Giovanili 2014 allo Stadio del Nuoto di Riccione. Numeri impressionati per quanto riguarda la partecipazione alla manifestazione: 1868 atleti, 840 femmine e 1028 maschi; 4906 presenze gara, 2235 tra le femmine e 2671 tra i maschi; 669 staffette, 333 femminili e 336 maschili. Il tutto in rappresentanza di oltre 300 società. Protagonista assoluto il Team Nuoto Lombardia, che sia in campo maschile sia in quello femminile, si è contraddistinto per la qualità dei propri atleti. Nel medagliere complessivo vince 15 ori (8 uomini e 7 donne), 7 argenti (5 uomini e 2 donne) e 5 bronzi (4 uomini e 1 donne). Un risultato straordinario che conferma ancora una volta la società del Gruppo Sport Management ai vertici del panorama natatorio italiano, giovanile e assoluto.

Un enorme contributo alla causa è stato dato da Alessandro Bori (juniores 1997). L’atleta del Centro Natatorio “G. Signori” di Desenzano del Garda chiude la manifestazione con 4 ori e 2 argenti, dimostrando ancora una volta tutto il suo talento. I primi posti sono stati ottenuti nei 50sl (22”77), i 200sl (01’47”86), la staffetta 4x100sl (tempo complessivo 03’19”60, quello di frazione 48”74) e, l’ultimo giorno, nella gara regina dei 100sl con il crono di 49”06. Inoltre è giunto secondo nella 4x200sl (07’19”13) e nella 4×100 misti (03’42”41). Un palmares straordinario che fa ben sperare in vista dei prossimi Campionati Italiani Assoluti in programma sempre a Riccione dal 08 al 12 aprile p.v. “Sarà quello il nostro principale obiettivo – ha affermato Alessandro Brosco, il tecnico del giovane Bori – Dai Criteria abbiamo avuto ottime indicazioni per lavorare in vista delle prossime manifestazioni”.

Raggiante il Presidente del Team Nuoto Lombardia, Gionatan Menga: “Sono contento della risposta dei giovani. Abbiamo raggiunto importanti risultati da parte di tutto il gruppo, come dimostrano i 15 ori complessivi. Soprattutto sono soddisfacenti alcuni riscontri cronometrici, tra cui quello di Bori, che rappresentano il punto di partenza per continuare a migliorarci in vista degli obiettivi futuri, senza dover contare solo ed esclusivamente sugli atleti di vertice”.

C’è stata gloria anche per l’altro bresciano Damiano Corapi (cadetti), che torna a casa con l’argento nella staffetta 4x100sl (03’19”25, frazione 51”46), nonostante le precarie condizioni fisiche che lo hanno penalizzato in questi ultimi giorni.

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1 COMMENT

  1. scusate, conoscete date a Cesare que che è di Cesare? Bene, Alessandro è di Desenzano e quindi desenzanese!

  2. Scusa conosci la figura retorica chiamata sineddoche con cui viene indicato qualcosa designandolo con un termine riferito ad un’ altra cosa che ha con la prima una relazione di quantità come può essere il tutto con una parte? Bene, Desenzano è in provincia di Brescia quindi chiamare il tipo bresciano tecnicamente è corretto. Poi se per caso qualche desenzanese snob si vergogna di essere chiamato bresciano in quanto magari aspira ad essere veronese o ha una convinta identità gardesana secessionista è un altro paio di maniche.

  3. Conosci tu invece la figura chiamta Apodissi? Ecco il tuo discorso è talmente apodittico da scricchiolare pietosamente. Come ben saprai, me lo insegnerai, il rapporto della sineddoche, a differenza della metonimia, non rispetta il rapporto di misura. Ma in questo caso, servirebbe un rapporto di anfotericità, mentre ciò di cui parli è aleatorio. Del resto, come ben saprai, non esiste concordanza di ancestralità tra Garda e brescia. Il problema in questo caso, come evidenzi bene, riguarda lo stato chimerale di un concetto errato d’appartenenza. Non esiste, come insegni, un principio di chiralità, tra Benaco e brescia, nè in termini atavici, nè di medio periodo. Chiaro che queste cose le saprai tanto bene da cantarle, ma sottolineo l’impossibilità di riconoscimento crasico delle due popolazioni, di storia, se non estremamente recente, differente. Un ragazzo del Garda è gardesano, che sia brescia, Verona o Trento. Questo è un principio di appartenenza al quale nessuno può opporsi. Tra l’altro, citando il principio della sineddoche, dimentichi la scevrità culturale d’appartenenza tra Benaco e brescia. Inoltre, in riferimento al tempo contemporaneo, le Province stanno per essere abolite e il Benaco urla FINALMENTE!!!

  4. di non insultare. Dare dello snob, è un insulto. Inoltre, il ragazzo desenzanese che ha vinto, ha un nome, citato anche nell’articolo. Pregherei quindi di essere un poco più educato. Grazie.

  5. ma non voglio fare l’insegnante. Pregherei però il signore che afferma che il nuotatore Alessandro è bresciano, in nome della ”sineddoche”, di usare i termini in maniera adeguata. Questo non è il caso. Se applicassimo questo principio come pretende lui, allora il sindaco di Brescia, sarebbe la sindaca, il presidente Molgora, sarebbe una donna. Il cantante Renga, non dovreste più chiamarlo il bresciano Renga, ma il milanese Renga, essendo residente in Lombardia, il cui capoluogo è Milano, che è circa dodici volte più grande di Brescia. Se poi volessimo applicare il principio della sineddoche a Renga, per continuare nell’esempio, dovremmo chiamarlo il friulano o il sardo, visto che Friuli e Sardegna, sono più popolose di Brescia. Applicando il principio della sineddoche in questo modo, a dir poco primitivo, allora dovremmo chiamarlo ”il sardo Renga” dato che la Sardegna, ha una tradizione culturale, dal punto di vista musicale, immensamente più vasta, antica e profonda di Brescia. Mi complimento col lettore che ha risposto con tanta ironia, mi sono davvero fatta due risate. Concordo con chi ha detto che si deve dare a Cesare quel che è di Cesare. Alessandro è desenzanese, chiamiamolo desenzanese. Non è un insulto per Brescia! Concordo inoltre nella richiesta di abbassare i toni e dare dello snob, dimostra solo snobismo da parte di chi lancia epiteti. Comunque per favore, non facciamo ridere ancorandoci a termini greci, per dimostrare di non aver commesso un errore, che invece è assolutamente evidente. Per quanto mi riguarda, qua torno a fare l’insegnante, per esperienza di oltre trent’anni, quando un alunno si nasconde dietro ai termini tecnici, dimostra solo di non possedere contenuti. Buona serata e complimenti per l’agenzia che seguo con piacere. Anna

  6. Signora Anna professoressa di filosofia ha fatto degli esempi molto azzardati e forse volutamente strampalati che comunque non invalidano la teoria (chiamiamola sineddoche oppure no, anche se personalmente continuo a propendere per il si avendo trovato diversi esempi assimilabili a questo caso) secondo cui un abitante della provincia di Brescia, da qualsiasi paese della stessa provenga, possa essere chiamato bresciano. Secondo la sua teoria, anzi, la vostra teoria, dacché siete più d’uno ad attaccarmi, dunque i quotidiani sbagliano ogni qualvolta si riferiscono al flerese Pirlo, chiamandolo il bresciano, oppure all’allenatore orceano Prandelli definito spesso bresciano. Io credo di no. Sarebbe sbagliato allora anche l’articolo odierno apparso su questo portale nel cui titolo si parla di turismo bresciano riferendosi, oltreché a quello cittadino, anche al turismo gardesano, sebino e delle valli. Continuo a crede di no. Per quanto riguarda il termine "tipo", da me utilizzato in riferimento al nuotatore Alessandro Bori, non voleva assolutamente essere offensivo o sminuente, e se così è stato percepito chiedo venia, bensì un modo più rapido, informale , ma allo stesso tempo efficace, per citare una persona di cui mi pareva superfluo ripetere le generalità. Al lettore che si firma "pregherei il signor sineddoche" vorrei precisare che il termine snob non è assolutamente un insulto (gli insulti son di ben altro tenore), bensì un termine magari provocatorio (questo glielo concederei), ma appropriato per chi secondo me si sente estraneo o superiore ad una realtà a cui appartiene, ma dalla quale vuole prendere le distanze; come appunto nel caso di un effettivo cittadino della provincia di Brescia, quindi bresciano, che rifiuta di essere definito tale, quasi in nome dell’ appartenenza ad una elite territoriale, come dimostra il lettore che si firma desenzanese sotto di lui nella sua infinita filippica piena di supercazzole, a cui ricordo che le province saranno pure in fase di abolizione, ma non sono ancora state abolite. Tanti cari saluti a tutti da un bresciano della provincia.

  7. ma adèsso vi faccio sèntire tutto il succo del mio ingénio con un saggio della mia dizione, io sòno come vi ho détto il fine dicitore e tutto ciò che dico è veraménte profondo.

    Io non ci tèngo e non ci tèsi mai, però, fate attenzione a quésto mio soliloqio così dènso di pensiéro.

    Non férmarsi alla superficie, ascoltare béne quello che c’è déntro e quéllo che c’è sotto è il mio mòtto, sèmpre più déntro, sèmpre più sotto.

    Sè lipoteposi del sentiménto personale posTergando i prolegomeni della sub cosciénza fosse capace di rEintegrare il pròprio subietivismo alle genesi delle concomitanze allora io rappresenterei l’auto frasi della sintomatica contemporanea che non sarebbe altro che la trasmificazione esopoloGO maniaca (risata), Che ve ne pare è? Che bel talènto, ma io non ci tèngo e non ci tèsi mai.

  8. Un coacervo di commenti tronfi, grotteschi e deprimenti ad opera di soggetti che vorrebbero stupire contrabbandando per saggio culturale una serie di sproloqui pretenziosi e inconcludenti.

  9. ma chissenefrega. scrivete DESENZANESE. vivremo lo stesso noialtri BRESCIANI. qua alla gente sta andando di volta il cervello! Veneti-cileni separatisti, Benacensi separatisti, Mestrini che si separano dai Veneziani etc. Beata stupidità!

  10. d’accordo con te! Anche se, si può comprendere come alcuni vogliano separarsi dalle sanguisughe, un po’ come Brescia è del Garda, è comunque ora di finirla! Anche col separatismo bresciano dal sud, che ha contribuito a rendere moderna la città, che senza le braccia di tanti meridinali, sarebbe ancora la ”Breca” il piccolo villaggio descritto dai Latini. E’ ora di finirla!

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