Carluccio è il nuovo questore di Brescia: rigore e dialogo le parole d’ordine

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    (a. tortelli) Rigore e dialogo, sono queste le parole d’ordine pronunciate questa mattina da Lucio Carluccio, che oggi si è insediato ufficialmente alla guida della questura di Brescia. Nell’incontrare i giornalisti – dopo aver fatto visita al prefetto e reso omaggio alla lapide che ricorda i caduti della strage di piazza Loggia – Carluccio ha spiegato di puntare molto sulla riorganizzazione del lavoro interno (“a parità di numero di agenti, se si interviene sull’efficienza, si possono affrontare i problemi con risultati insperati”). Quanto ai “servizi” esterni, “non trascureremo le volanti, ma punteremo molto anche sugli uffici investigativi”, mentre “per il 113 verificheremo se è attrezzato in maniera adeguata per rispondere al meglio alle richieste dei cittadini, altrimenti lo potenzieremo”. Il nuovo questore, quindi, ha sottolineato di voler “aprire tavoli di dialogo con le rappresentanze sociali e istituzionali” e stringere “il rapporto con le altre forze di polizia: carabinieri, guardia di finanza e anche polizia locale”.

    Di Brescia, Carluccio ha ammesso di non conoscere ancora abbastanza. Ma ha spiegato che il primo pensiero a cui associa istintivamente la Leonessa è “la strage del 1974, un evento tragico di cui ho avuto anche modo di occuparmi insieme al giudice Salvini”. Mentre sul versante della lotta alla criminalità organizzata – in cui negli ultimi anni ha avuto un’importantissima esperienza alla Dia – ha sottolineato che “alcune aree del paese hanno più anticorpi nei confronti del fenomeno mafioso, ma comunque la criminalità organizzata – perseguendo oggi quasi esclusivamente fini economici – è presente ovunque, anche ben oltre i confini nazionali”. Infine, sollecitato dai giornalisti, Carluccio ha fatto un accenno alla vicenda della gru, spiegando che “un rappresentante delle istituzioni deve sempre operare affinché le norme vengano rispettate, ovviamente con intelligenza: esiste uno spazio per la comprensione e l’umanità”, ha aggiunto, “ma l’applicazione ferma e decisa delle leggi non può essere messa in discussione”.

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