Singolare protesta sotto la lapide

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    Giustizia, sulla strage di piazza Loggia, non è stata fatta. E forse non arriverà mai. Ma dopo 36 anni le tante vittime dirette (8 morti e oltre 100 feriti) e indirette di quella tragedia sono costrette ancora a subire in silenzio. Beffati da una sentenza che non indica i colpevoli, dalle dichiarazioni fuori luogo di alcuni politici, dal rischio che gli assolti facciano richiesta di risarcimento danni. Oppure, come è capitato ieri, trattati – loro – quasi come delinquenti. Mentre i delinquenti veri – chiunque essi siano – stanno per strada a passeggiare tranquilli. E’ quanto accaduto a Roberto Cucchini, 63 anni, che ieri ha messo in scena una singolare protesta davanti alla lapide dedicata alla strage, in piazza. Cucchini – che quel tragico 28 maggio faceva l’operaio all’Om ed è stato ferito a una gamba dalla bomba – ha deposto dei fiori alla stele, poi con lo scotch ha incollato al pilastro un cartello che diceva: “Il 28 maggio 1974 qui non è successo niente”. Un gesto di disperazione e di sdegno. Ma sul posto è subito arrivata una pattuglia dei vigili a chiedergli i documenti, seguita a ruota da una pantera della polizia. Un atto dovuto, accompagnato dalla massima gentilezza e comprensione. Ma Cucchini avrebbe potuto anche rischiare una multa. E nel frattempo chi avrebbe dovuto essere controllato quel tragico maggio di 36 anni fa è ancora a piede libero.

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