Fermiamo Caino, scendete per favore

    0

    Vien da chiedersi davvero se stiamo diventando la città di Caino. E non mi riferisco solo a chi nelle istituzioni bresciane – senza pudore – sostiene che per far rispettare la legge occorre negare pane e acqua. Poveri inconsapevoli: nemmeno nei paesi dove vige la pene di morte, si nega un pasto prima del patibolo.

    M’interrogo piuttosto sui tanti concittadini che con superficialità guardano agli effetti della ribellione sulla gru e nemmeno immaginano le cause di tanta disperazione. Vedo che con troppa leggerezza quantificano i danni economici della protesta e non calcolano i danni alla convivenza sociale, all’etica civile.

    Quando nel luglio del 2009 mons. Agostino Marchetto del Pontificio Consiglio dei Migranti commentava l’introduzione del reato di clandestinità ammoniva: “Questa legge porterà solo dolore”. Oggi possiamo dire che aveva visto bene, purtroppo.

    È una norma che nell’offendere la dignità individuale, sancisce l’esistenza di persone di seconda e terza categoria. Una moltitudine di “non-persone” in costante aumento. Irregolari e perciò stesso invisibili… tranne quando li si vorrebbero, con il cappello in mano, indispensabili all’economia sommersa di troppe imprese. Lavoro nero, fatto da neri, che s’incrocia quotidianamente a ogni angolo nero di questa provincia.

    È una legge crudele e pericolosa che ha fatto crescere l’illegalità che dice di combattere e che aumenta l’insicurezza su tutti noi che ne subiamo i guasti.

    Un paradosso giuridico che per regolarizzare obbliga ad essere già regolari. Chi ha basato la sicurezza sulla paura dei cittadini ha creato leggi e circolari confuse, contraddittorie, inapplicabili, che a loro volta vanno diffondendo comportamenti rancorosi e irrazionali.

    L’idea che queste direttive introducono è che essere povero equivale a delinquente e che dalla povertà possono nascere solo reati e illegalità diffusa. Non una condizione amara dalla quale riscattarsi, ma una colpa da espiare senza appello.

    I nostri preti in queste ore di tensione ci dicono “La città è sicura solo quando un fratello è aiutato dal fratello”. Perché chi ci governa non vuole ascoltare nemmeno loro?

    La fobia leghista è solo una versione aggiornata di Caino che sputa e rutta sui più deboli. Queste non sono le nostre tradizioni, questo non ha nulla a che fare con le nostre radici.

    Scendete dalla gru, per favore, aiutateci a trovare strade migliori. Ci siete indispensabili per uscire dal vicolo soffocante dell’intolleranza istituzionalizzata.

    RUBRICA: LA VOCE TRA LE FOGLIE – GIANLUIGI FONDRA – MOMPIANO

    La newsletter di BsNews prevede l'invio di notizie su Brescia e provincia, sulle attività del sito e sui partner. Manteniamo i tuoi dati privati e li condividiamo solo con terze parti necessarie per l'erogazione dei servizi. Per maggiori informazioni, consulta la nostra Privacy Policy, che trovi in fondo alla home page.

    1 COMMENT

    1. CARO FONDRA, L\’ANALISI E\’ LUCIDA, MA UN PO\’ DI PARTE… NON SI POSSON PENSARE CHE CHI E\’ PIU\’ DEBOLE HA SEMPRE RAGIONE

    2. Secondo me fondra vota per rifondazione comunista. e poi ditegli che il reato di immigrazione clandestina c\’è in tutta europa o quasi.

    3. Buonasera a tutti,
      concordo con Froda ed esprimo tutto il mio sdegno nei confronti delle Istituzioni e delle Forze dell\’Ordine, troppo spesso utilizzate come scudo della mediocrità politica, che escono malissimo da questa vicenda..completamente indebolite nella loro credibilità e garantismo…Sulla Gru c\’erano gli immigrati ma nessuno a visto penzolare da quegli stessi cavi la Carità…Per favore qualcuno può andare a manovrare ed a riportarla a terrà?
      \"Mangia il mio pane, bevi il mio vino e poi mi dirai chi sei..\" Così veniva accolto lo straniero nella culla della civiltà greca e così ci ha insegnato a vivere Gesù….con carità.
      Un saluto da Giancarlo.

    4. Cosa voto è la cosa meno importante. TT, invece, pare che non sappia discutere se non prima d\’aver collocato le persone in una delle due curve ultras. Forse TT non è Caino, di certo non pare intenzionato a soccorrere Abele. Non è obbligato, alla fine ognuno risponde alla propria coscienza.
      Posto di fronte a un sopruso la mia m\’impone di scegliere e sforzarmi di capire le ragioni che lo generano.
      Siccome il Crocifisso non è un soprammobile da agitare in campagna elettorale, mi sforzo di seguire ciò che da quel sacrificio ne è discende.
      Dubito che alla fine mi troverò con i don Marchetto, Monari, Toffari, Nolli e Corazzina a votare Rifondazione Comunista… tuttavia – se a primavera troveremo ancora quel simbolo sulle schede – e se anche loro lo voteranno, vorrà dire che sarà giunto il momento di farlo per la prima volta.
      Viennetta e TT, non è poi così difficile perdonare equilibrismi e faziosità. È parte della vita di ogni giorno.
      un abbraccio gg

    Lascia una risposta (la prima volta la redazione deve accettarla)

    Per favore lascia il tuo commento
    Per favore inserisci qui il tuo nome