Il vino di moda oggi viene dalla Valtellina

Quale vino è quello più di moda oggigiorno? Il Pinot Nero della Borgogna o il Cabernet Sauvignon di Bordeaux? La risposta può sembrare sorprendente per molti: con i suoi vini delicati elaborati a partire dalla pregiata uva Chiavennasca, meglio conosciuta come il “Nebbiolo delle Alpi”, la Valtellina si sta imponendo come la regione che produce il vino più fashion e ricercato.

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Vino, foto da Pixabay
Vino, foto generica da Pixabay

Quale vino è quello più di moda oggigiorno? Il Pinot Nero della Borgogna o il Cabernet Sauvignon di Bordeaux? La risposta può sembrare sorprendente per molti: con i suoi vini delicati elaborati a partire dalla pregiata uva Chiavennasca, meglio conosciuta come il “Nebbiolo delle Alpi”, la Valtellina si sta imponendo come la regione che produce il vino più fashion e ricercato.

Come le Langhe e l’Alto Piemonte, anche la Valtellina è da secoli un’importante regione produttrice di vino. Grazie alla sua posizione di centro commerciale subalpino, storicamente forniva grandi quantità di vino agli assetati svizzeri. Qui le viti crescono a delle pendenze vertiginose su un tratto di 50 km lungo la sponda destra della Valle dell’Adda, dove si aggrappano a un totale di 800 ettari di terrazzamenti, alcuni dei quali sono raggiungibili solo con la funicolare. La gente del posto spera di ottenere presto lo status di patrimonio mondiale dell’umanità dell’UNESCO. Si tratta di vigneti incredibilmente difficili e costosi da lavorare. I rendimenti sono molto inferiori alla media. Mentre nelle Langhe una persona può coltivare circa 10 ettari di vigneto, in Valtellina si arriva appena ad 1 ettaro.

E a rendere la vita ancora più difficile, c’è la dimensione media di un’azienda viticola, che è minuscola. Appena 10 dei 900 viticoltori valtellinesi possiedono più di 3 ettari di vigneto e più della metà possiede meno di mezzo ettaro. Molti di loro sono vignaioli part-time, che si prendono cura di un piccolo appezzamento di vite che appartiene alla loro famiglia da generazioni. Come i loro colleghi della Galizia, nel nord-ovest della Spagna, gli agricoltori del luogo amano tenersi stretto ciò che hanno.

I vini alpini della Valtellina, di cui l’esempio classico è il Rosso di Valtellina DOC, non sono naturalmente robusti. Alcuni vigneti raggiungono gli 800 metri di altitudine e, sebbene praticamente tutti siano esposti a sud e possano ricevere molte ore di sole durante il giorno, le temperature spesso precipitano di notte. Fino a poco tempo fa, quindi, le viti più alte dovevano lottare molto per raggiungere la piena maturazione, quindi la tradizione era quella di far appassire alcune uve per produrre un vino forte chiamato Sforzato, impiegando la stessa tecnica utilizzata per l’Amarone della Valpolicella ma ottenendo come risultato aromi più freschi e vini più leggeri. La Valtellina comprende anche la zona chiamata Valtellina Superiore DOCG, i cui vini sono realmente speciali. E all’interno di questa zona Superiore si trovano a loro volta le sottozone di Sassella, Grumello, Inferno, Valgella e Maroggia, sparse lungo la valle come gioielli in una collana. L’unico problema con questi eleganti vini Nebbiolo è che possono essere difficili da trovare, ma qui viene in aiuto l’enoteca online Svino.it, tra le pochissime specializzate nella distribuzione dei vini rossi di Valtellina.

Il vino Valtellina Superiore DOCG si presenta nel bicchiere con un colore rubino intenso, tendente al granato. Al naso, offre un bouquet complesso e avvolgente. Si aprono note di frutti rossi maturi, ciliegie e lamponi, seguiti da sentori speziati di pepe nero e cannella, un accenno delicato di fiori di montagna ed un sottile tocco di tabacco. In bocca, offre una struttura elegante e ben equilibrata. I tannini sono presenti ma morbidi, conferendo al vino una piacevole sensazione vellutata. Gli abbinamenti classici comprendono la bresaola valtellinese la cui delicatezza si sposa splendidamente con la complessità aromatica del vino, i pizzoccheri, i formaggi locali come il Bitto e il Casera ed il cinghiale in umido.

La stragrande maggioranza dei viticoltori della Valtellina vende le proprie uve a uno dei principali produttori della regione. Nino Negri è la più grande azienda vinicola del territorio ed è ora di proprietà dell’onnipresente Gruppo Italiano Vini. Il produttore indipendente più affermato è invece ArPePe, e prende il nome da Arturo Pelizzatti Perego che ha fondato la cantina nel 1984. Oggi l’azienda agricola ArPePe è gestita dai figli Emanuele, Guido e Isabella, che per l’invecchiamento preferiscono utilizzare le vecchie botti di castagno che non hanno alcun effetto gustativo sul delicato frutto del vitigno Nebbiolo, tradizionalmente chiamato qui Chiavennasca dal nome della città di Chiavenna che si trova sulla strada per la Svizzera. Un buon auspicio, e forse un po’ inaspettato, per una regione vinicola così difficile da lavorare è che sta emergendo una nuova generazione di produttori, tra cui Marco Ferrari, Dirupi e Pizzo Coca; tutti nomi a cui vale la pena prestare attenzione.

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