Paolo Corsini e le fatiche di… Sisifo | di Claudio Bragaglio
di Claudio Bragaglio – Leggo sulla stampa , le dichiarazioni del sen. Paolo Corsini a favore di Giorgio Gori in Regione. Ottima decisione. Ma, pure insistita la cantilena delle sue dichiarazioni sul proprio disimpegno in politica. In tutte le versioni immaginabili e le occasioni possibili. Lultima, nel recente confronto con mons. Giacomo Canobbio, sul suo bel libro:Laici o cristiani, presso la Libreria Paoline.
In fondo ci si abitua. Infatti per me la cosa non è del tutto nuova. E neppure recente, ricordando un lontano precedente dell87, anchesso proclamato in pubblico. Quando, a seguito duna disavventura parlamentare, Paolo dichiarò un ritorno ai suoi amati studi ed alle sudate carte, tracciando così un disincantato distacco dalla politica.
Per fortuna nostra (e pure sua) il professor Corsini applicò poi una raffinata esegesi interpretativa alle sue stesse parole – tra una glossa e laltra, come frequentemente avviene per le Sacre Scritture – che gli consentì di non contraddirsi. Dedicandosi sì agli amati studi, che peraltro mai ha dismesso, ma senza mai allontanarsi troppo dalla politica. Anzi. Un precedente, direi, che ancora oggi può far dottrina.
In realtà, Paolo Corsini non vuole ammettere di essere ormai sottoposto, pure lui – come sosterrebbe Emanuele Severino – al destino della necessità. Parlo della necessità della politica. Dopo Gori, limpegno suo già assunto per lelezione del sindaco Del Bono. Poi, di sicuro, altro verrà per cui valga la pena dimpegnarsi.
Di certo vi sarà anche lennesima occasione dun libro che, come giorni fa è avvenuto in Vanvitelliano su Bruno Boni, parlando del passato vedrà Corsini proiettarsi nel futuro. Intendo il futuro daltri, senza malizia. Una volta sarà il presente come storia, poi sarà la volta della storia come presente. E – perché no pure la storia come futuro.
In realtà il Senatore non vuole ammettere spesso infatti la sincerità più difficile è proprio quella con se stessi – dessere pure lui ormai ineluttabilmente calato nel mito di Sisifo. La pietra continuamente da portare in vetta quandanche, dopo la fatica, avendola poi vista più volte rotolare. A maggior ragione se per colpa daltri.
Una condanna, quella del Sisifo-Corsini?
Non proprio, in politica direi che è quasi la regola. Infatti se ripenso alle cose dette recentemente da Paolo Corsini sul PD e sul Centro Sinistra, tutto mi vien da pensare, ma non quello di vederlo indifferente di fronte ad una pietra che nella vita è anche la sua – rotolata a valle.