Brescia Pride, un successo… non solo di partecipazione | di Claudio Bragaglio
di Claudio Bragaglio – Allindomani del Brescia Pride polemiche ed antipolemiche non mancheranno. Uno scorrere di ruscelli fino forse ai fiumi in piena. E il Sindaco Del Bono che per Luxuria non rappresenta la città. E un Pd piuttosto scarso in manifestazione. E il mancato patrocinio della Loggia e così via.
Non ritorno sulle mie opinioni, già espresse per l’adesione e confermate. Mi limito invece a brevi considerazioni, ottimistiche sul futuro più che sul recente passato. Dal parto con travaglio annuale duna Petizione in Loggia che sulle famiglie anagrafiche poteva risolversi positivamente nel giro di poche settimane, alle titubanze ed incertezze di questi mesi sul Brescia Pride. Vicenda poi conclusa, col fiatone tirato al 90° minuto, ma in modo positivo e soddisfacente. Come il Vicesindaco Castelletti e l’Assessore Fenaroli hanno poi ben esplicitato.
Esiste la storia fattuale e pure quella controfattuale. Ovvero anche la storia dei se. Che non aggiusta certo il passato, ma che ha molta importanza per evitare gli errori del futuro.
Il Brescia Pride è stata una gran festa dei diritti civili. Di Brescia e non solo. Festa, insisto, il modo come la gente s’è raccolta in piazza Vittoria all’ombra delle statue di Paladino, come s’è snodata in città tra musei ed antiche vie, come è stata accolta col sorriso partecipe delle persone sulle porte spalancate dei negozi. Intelligente anche nella scelta del percorso, comprese alcune limitazioni accolte con rispetto.
Con l’idea di fondo d’una Festa non di minoranze provocatorie in ambienti ostili, ma al contrario d’una festa della, nella, con e per la città. Qualche sbavatura? Può darsi, ma di nessun conto rispetto al rilevante valore politico e civile del risultato conquistato.
Se – ecco il punto per il futuro – fosse stata immaginata mesi fa una tale partecipazione, festosità e civiltà del Brescia Pride singoli esponenti, forze politiche ed istituzioni penso non avrebbero assunto lo stesso atteggiamento tenuto in questi mesi a Brescia. Alludo non tanto al patrocinio, che per me è neppure questione essenziale, ma ad un atteggiamento di maggiore disponibilità, più diffuso e convinto, meno sofferto e riluttante di alcune componenti, diciamo pure in particolare di settori del centro sinistra.
Brescia, lo sappiamo, in molte cose è allavanguardia, nel campo dei diritti civili forse lo è un po meno. Con un qualche passo indietro anche rispetto a Renzi ed alla legge approvata in Parlamento sulle Unioni civili, se posso dire con sincerità in casa nostra del PD.
Per me il gran successo della festa del Brescia Pride non è quello di aver straconvinto i già convinti, o quello di proporre documenti che rischiano di dividere (su singole questioni) un campo ormai molto largo dellopinione pubblica. E il grande successo di una Festa civile, di molti giovani, che con musiche e sorriso sulle labbra hanno smosso torpore, remore, pregiudizi anche nella parte di Brescia ancora un po rétro.
“Unire la città” con la festosità e la gioia d’una battaglia giusta e sacrosanta è stato davvero il segno giusto del Pride bresciano. Non scontato, ma avvenuto. Complimenti al Comitato promotore ed alla gente che ha partecipato. Poi ognuno in casa propria troverà modo di fare riflessioni ulteriori. E necessarie.
Sono a tal punto convinto di quanto sostengo che persino molte Sentinelle in piedi si metteran tranquillamente sedute e potranno finalmente leggere con comodo i loro libri, che finora han brandito solo come clave ideologiche nel buio della notte.
Claudio Bragaglio