Alleanze in Loggia e legge di… gravità | di Claudio Bragaglio
di Claudio Bragaglio – Ho registraro qualche reazione preoccupata sulluscita in questi giorni di indiscrezioni riguardanti uneventuale apertura del PD in Loggia verso liste civiche e forze cattoliche di centro.
Da sempre – e quindi non da oggi – per quel che mi riguarda, ritengo esista in politica una legge che vale (volendo esagerare un po’) con una certezza che eguaglia la formula newtoniana della legge fisica della gravità.
Un centro sinistra ampio ed articolato (ulivista: per intenderci) con un chiaro programma, leadership affidabile e coesione politica può benissimo aprirsi, ed in modo trasparente, anche al di là dei propri confini. Come a Brescia sè già fatto. O sperato, come con la lista civica di Francesco Onofri.
E’, sempre per me, unantica lezione berlingueriana (…se posso dire senza provocar scandalo o fastidio) che non mi ha mai abbandonato.
Se a suo tempo, per esempio, non si combinò a livello nazionale nulla di significativo con Casini – da parte di Bersani ed altri – fu solo per il pasticciamento alternante del Pierferdy nazionale. Non certo per nostre preclusioni da sinistra.
Sempre per esempio, non ho per nulla condiviso lo sbertucciamento di Renzi rivolto settimane fa ad un Alfano che gli ha consentito i suoi mille giorni renziani di governo. Segno, questo, duna ingratitudine che vale non solo per il passato, ma che pesa in prospettiva futura come piombo in merito alla inaffidabilità degli accordi e dei rapporti tra forze politiche e tra leaders.
E non è il massimo per la salute temere d’essere poi trattati in futuro da Renzi in modo analogo e per giunta con un così spiccato senso di riconoscenza! Taccio per pudore, dopo un tale divorzio nazionale, di esprimermi sul recente testa-coda registrato con lappassionato corteggiamento pro alfaniano del Pd, ma in terra siciliana.
Per rimanere a Brescia, sempre con esempi. A suo tempo sulla polemica che investì la consigliera prof.ssa Ninì Ferrari in Provincia non esitai a condividere pubblicamente la posizione equilibrata del presidente Mottinelli, tesa a ricomporre ed a non allargare fossati con inopportuni aut aut rivolti alla sua lista civica.
Se, viceversa, come mi pare avvenga un po’ a livello nazionale, il PD si apre o si chiude, a destra e a manca, come una nevrotica fisarmonica, ma con lintento prevalente di poter giocare tutti quanti, gli uni contro gli altri, persino un Casini contro un Pisapia, o allinterno delle stesse anime del PD, allora tutto cambia. Nessuno più si fida di nessuno. Tutti col coltello piantato – anche solo per legittima difesa – sotto il tavolo da gioco. Gran brutta situazione. Dove l’intento prevalente sembrerebbe – spero di sbagliare- non tanto quello di evitare il peggio, ma di come far ricadere sulle spalle altrui le responsabilità del patatrac…
Ma, come direbbero anche nella più sperduta malga di Livigno, e non solo a Napoli
.ccà nisciuno è fesso! Furbizia e destrezza politica non sono un monopolio esclusivo di qualcuno e tanto meno scienza infusa per raggirare dei supposti trinariciuti.
E’ questa una situazione di possibile caos, per nulla calmo, che va impedita e contrastata apertamente. In primo luogo dal PD e nel PD, che ha maggior forza e responsabilità di fronte al Paese. Oltre che a se stesso.
Perché, in questo secondo e malaugurato caso, con egual certezza (appunto, duna legge fisica!) la vedo proprio messa male per tutti quanti. Infatti si otterrebbe il solo risultato di scatenare tutti contro il PD e pure di dividerlo, il partito. Ma dividendolo non solo tra Renzi ed Orlando. Capolavori che ci possiamo e ci dobbiamo risparmiare. E vi sono tutte le possibili ed auspicabili condizioni, anche per il PD e per il suo stesso Segretario.
Chiaro che c’è una linea da cambiare. Cio che avrebbe forse potuto funzionare ieri in chiave bipartitica si rivela invece un disastro per domani. Chiaro che là dove non arriva ancora la convinzione deve quanto meno imporsi nellimmediato lo stato di necessità, se non si vuol ripetere presto un tombale 4 di dicembre.
Non si può infatti perseguire la linea nazionale di un PD solitario ed autosufficiente quando in tutto il Paese – comprese per nostra fortuna la Lombardia con Gori e Brescia con Del Bono – il PD costruisce opportunamente alleanze larghe di centro sinistra. Ed oltre, come si sta appunto discutendo per la Loggia. Con Berlusconi che mette in campo la politica e riorganizza il centro destra – in barba a tutte le leggi elettorali che son rimaste la foglia di fico d’un PD confuso e solitario – potendosi così posizionare al primo posto, come il dominus della nuova situazione politica. Mentre un PD nazionale da mesi rischia di girare solo su se stesso.
Mi auguro che il disastro del 4 dicembre non sia quindi passato invano e che ci si risparmi tutti quanti nel centro sinistra, anche a livello nazionale di MDP Articolo uno – che mi sembra sempre più proiettato al “tanto peggio tanto meglio” – ogni forma di politica divisiva e di tipo ossessivo compulsivo.