Un’azienda bresciana attiva nel settore delle certificazioni energetiche è finita nei guai con le accuse truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, riciclaggio e auto-riciclaggio. A suo carico i Finanzieri di Brescia hanno già eseguito un sequestro preventivo per circa 4 milioni di euro.
L’inchiesta è stata avviata nel 2002 e ha fatto emergere una presunta attività illecita legata ai Titoli di efficienza energetica, i cosiddetti certificati bianchi, introdotti dalla legge nel 2005. Secondo le normative vigenti, infatti, le aziende distributrici di energia sono obbligate a certificare annualmente obiettivi di risparmio energetico o con interventi diretti che danno loro diritto a ottenere i certificati oppure acquistando gli stessi certificati da altri operatori del settore (che realizzano progetti di risparmio energetico ad hoc anche per rivendere i titoli). I certificati, insomma, sono titoli dotati di valore commerciale, tanto più alla luce che danno diritto a a un contributo pubblico per il corrispettivo del risparmio verificato.
Ma, stando a quanto ricostruito dai militari, la società oggetto di indagini avrebbe presentato alle autorità documenti che “provavano” la realizzazione di progetti – risultati fittizi – relativi a lavori di efficientamento energetico in Lombardia (provincia di Brescia), Piemonte (provincie di Torino, Alessandria, Novara, Vercelli) e Liguria (provincia di Savona). In cambio aveva ottenuto 18.904 “certificati bianchi”, successivamente messi sul mercato e monetizzati per circa 4 milioni di euro. Infine l’amministrazione della società avrebbe trasferito il denaro su propri conti correnti o su quelli intestati a soggetti terzi a lui collegati.