▼ Brescia, bimbo annegato in piscina: condannati il responsabile dei bagnini e i genitori
Nove mesi di pena per il responsabile dei bagnini, che quel giorno non era presente, ma – secondo l’accusa – avrebbe dovuto disporre misure di sicurezza più efficaci. Sei mesi (con pena sospesa e non menzione nel casellario) per i genitori del bambino annegato, che non avrebbero controllato adeguatamente il figlio. Assoluzione per un altro bagnino. Mentre la posizione di due assistenti minorenni, lo ricordiamo, era già stata archiviata.
E’ questa la sentenza di primo grado per il caso del piccolo Ansh Sharma (7 anni) annegato nella piscina Lamarmora, in via Rodi, domenica 19 luglio del 2020.
Stando a quanto emerso a processo, i genitori – che erano nell’impianto insieme al fratello della vittima – avevano perso di vista il piccolo, che era finito nella piscina olimpionica e – non sapendo nuotare – andato velocemente a fondo. Il recupero del bambino – secondo il pm – sarebbe avvenuto “diversi minuti dopo” (almeno un paio), rendendo di fatto inutili le operazioni di rianimazione.
La pubblica accusa aveva rilevato che i bagnini in servizio quel pomeriggio (4, di cui uno distaccato al controllo dei biglietti all’ingresso) erano troppo pochi rispetto al numero dei bagnanti (circa 250) e che nell’impianto erano assenti i cartelli di pericolo. Le difese, invece, avevano invece chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 75 giorni.