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Il Trubunale del Riesame ha deciso di restituire buona parte dei beni sequestrati al bresciano Lanfranco Cirillo – noto alle cronache come “l’architetto di Putin”. Parliamo complessivamente di circa 138 milioni di euro su 141.
I beni (conti correnti, opere d’arte, gioielli e partecipazioni societarie) erano stati sottoposti a provvedimento nell’agosto 2022 per una presunta sproporzione fra i redditi dichiarati dall’uomo in Italia e il suo tenore di vita. Il 64enne – lo ricordiamo – è accusato di frode fiscale ed esterovestizione di capitali insieme ad altre due persone (sulla cui richiesta di patteggiamento il tribunale di pronuncerà il 30 maggio).
Non era bastata la richiesta congiunta di Procura e difesa (Cirllo non ha mai presenziato perché “impossibilitato” ad andarsene da Mosca, dove vive e lavora da diversi decenni), lo scorso aprile, a convincere il Tribunale a concedere il dissequestro (dopo quello deciso nel febbraio 2023 dalla Corte di Cassazione). Ma il legale di Cirillo ha fatto ricorso al Riesame, che ieri ha accolto l’appello.
Nel frattempo, lo ricordiamo, Cirillo aveva già trovato un accordo con il Fisco italiano, saldando all’Agenzia dell’entrate una cifra che ammonterebbe a circa 20 milioni di euro (rispetto ai 33 inizialmente richiesti).