Nove anni di carcere, contro i dieci chiesti dalla pubblica accusa. E’ questa la pena che il tribunale di Brescia ha comminato a un uomo, oggi 64enne, finito alla sbarra con un’accusa pesantissima: abusi sessuali e violenza su minore, perpetrati ai danni di una ragazzina che all’epoca dei primi fatti aveva soltanto sette anni.
I primi abusi risalgono a ben 12 anni fa, al 2011, e sono proseguiti fino al 2013. Stando a quanto ricostruito, l’uomo era il compagno della madre della piccola e per un periodo ha vissuto con lei in un’abitazione nella zona del lago di Iseo: proprio lì, in bagno e nel garage, si sarebbero consumate le violenze, almeno cinque. I genitori si sono accorti di quanto accaduto nel 2017, dalle pagine di un diario segreto, e hanno subito sporto denuncia. Poi, compiuti i 18 anni, anche la vittima ha trovato le forze per raccontare.
Ieri la sentenza. L’uomo – per cui la difesa aveva chiesto l’assoluzione con formula dubitativa – è stato anche condannato a pagare 30mila euro alla vittima e interdetto in maniera perpetua dai pubblici uffici, con l’obbligo – quando uscirà dal carcere – di evitare i luoghi frequentati stabilmente da minori.