Potrebbero esserci questioni di caporalato dietro l’omicidio del 51enne indiano Ranjit Singh, ucciso – a colpi di coltello, machete e mannaia, con decine di colpi – in via Milano alla Vigilia del Natale.
A evidenziare la pista su cui starebbero lavorando gli investigatori è il Corriere. Stando al giornale, infatti, Singh – ufficialmente senza fissa dimora e senza lavoro – sarebbe stato coinvolto in un giro di caporalato. Oltre ad avere problemi di tossicodipendenza: non è escluso che comprasse l’eroina proprio in quella zona.
L’omicidio è accaduto in un punto non coperto delle telecamere. E anche il cellulare è stato rinvenuto parzialmente distrutto, ma i Ris sono riusciti a recuperarne la memoria e sono al lavoro per risalire alle persone che l’hanno contattato prima della tragedia, che per molti aspetti sembra essere stata l’epilogo di un attentato in piena regola.
I due aggressori, dopo l’omicidio, sono fuggiti a bordo di una Volkswagen Golf scura. Potrebbero avere le ore contate.
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